Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è parte integrante della mia quotidianità. Non c'è un'emozione specifica che provo quando scrivo, anche perché spazio dalla poesia alla prosa, dalla scrittura epistolare al saggio, dalle riflessioni personali sul mio mondo interiore a quelle sul mondo che mi circonda.
Non è semplice dire cosa provo quando scrivo!
Di sicuro spesso, se non sempre, la scrittura ha per me funzione catartica.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto, non posso definirla autobiografia in senso stretto, ma tutto ciò che contiene questo libro, che non è un romanzo propriamente detto, parla di me e della mia vita.
Dentro c'è veramente l'esternazione del turbinio di pensieri che caratterizza, fin da quand'ero bambina, i miei momenti di cambiamento profondo.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In particolare quest'opera è stato il mio modo di comprendere un momento particolare che stavo vivendo, io insegnante sospeso dal mio lavoro per non aver ceduto a quello che dal mio punto di vista era ed è un vero e proprio ricatto da parte dello stato. Ne è nato una sorta di "Zibaldone" volendo rubare il titolo dell'opera leopardiana, che mi ha dato modo di decantare il vorticare dei pensieri che mi affollavano la mente e mi affannavano il cuore.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è nato praticamente da solo, quasi autogenerandosi, appena ho cominciato a scrivere, offrendo il giusto contenitore e dando ordine e forma alla tempesta di pensiero che dentro urgeva e ruggiva.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Con molta sincerità rispondo che a tale richiesta non saprei in realtà rispondere. Non ho un libro soltanto, né un solo autore che sono capaci di farmi compagnia.
Di sicuro però vorrei avere con me uno dei miei taccuini ancora da riempire ed una penna.
Ebook o cartaceo?
Al giorno d'oggi anche l'ebook, ma comunque sempre ed irrinunciabile il cartaceo. Ritengo maggiore il fascino, il coinvolgimento, la magia della pagina del libro rispetto alla schermata dell'ebook.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non so se ci siano un quando e un perché io abbia deciso di scrivere per professione e neanche se sia proprio così. Scrivo praticamente da sempre e ho iniziato a pubblicare alcune raccolte di poesie dietro la spinta di familiari e qualche amico che mi dicevano che valeva la pena non tenerle soltanto per me.
Una consapevolezza ed una personale volontà maggiori sono emerse in questi ultimi due anni in cui le situazioni esperienziali vissute mi hanno spinta a voler far conoscere il mio pensiero, le mie storie, i miei versi, a volerli condividere con chiunque ne avesse avuto voglia leggendoli.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
"Quando i pensieri fanno rumore", che - come ho già detto precedentemente - non è propriamente un romanzo, più che da un'idea nasce da un bisogno, da una intima necessità che ho sentito forte durante la pausa delle vacanze scolastiche di Natale di quest'anno, La situazione che avevo intorno e la mia personale erano tali che solo attraverso la lente della scrittura potevo osservarli come da fuori per comprenderli e andare oltre.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non è il primo lavoro che vedo diventare un libro, ma l'emozione che provo è parimenti intensa ogni volta.
Mi dà soddisfazione, mi fa sentire orgogliosa di me stessa ed allo stesso tempo mi fa arrossire all'idea che mi possa leggere chiunque, che mi conosca oppure no.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto questo mio lavoro è stata una cara amica, collega di lavoro a scuola, quando ancora non era libro e mi ha spinto a pubblicare anche questo che, mentre lo scrivevo, non era certo nato per andare alle stampe.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Fermo restando quanto ho già detto in merito al libro cartaceo, l'audiolibro può essere un buono strumento per invogliare alla lettura chi non ama farlo. Un po' come quando ai bimbi si narrano le fiabe. E ritengo che una grossa differenza la faccia la voce: proprio perché audiolibro tanto più catturerà l'attenzione e terrà legato all'ascolto, quanto più la voce sarà quella giusta per tono, timbro, intonazione.