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25 Mar
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Intervista all'autore - Stefano Guglielmetti -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Provengo da Carpaneto Piacentino, in provincia di Piacenza. Sono divenuto scrittore durante il terzo anno di Superiori, a seguito di una lezione su Dante Alighieri, personaggio che mi ha talmente colpito da divenire il mio mentore e capostipite del mio stile letterario.
Dopo aver dato ordine a tutti i progetti letterari che mi affollavano la mente, l'anno successivo, durante il lockdown della primavera 2020, ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, per poi finirlo durante la scorsa estate. Alcuni mesi dopo, ho scritto il secondo romanzo, che aspetta solo di essere pubblicato. Ora, sono in pista per il terzo.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un orario fisso e preciso, ma di solito scrivo nel pomeriggio; dipende anche se ne ho voglia o no.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ne ho uno in particolare. Se Dante fosse stato contemporaneo, avrei scelto lui.
 
Perché è nata la sua opera?
In origine, quando è comparsa per la prima volta nella mia immaginazione, l'ho considerata una comune storia ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale; ed inoltre, all'epoca, non era ancora scoppiata la pandemia. Allo scoppio di essa, l'opera ha assunto un significato più analogo a quello della realtà dell'epidemia: in entrambe si combatte per sopravvivere; ottenendo così un valido motivo per scrivere tale opera. Con l'invasione dell'Ucraina, il valore della trama dell'opera si è esteso ancora di più e con essa spero di riuscire a persuadere Putin. Infine, anche se forse non è facilmente notabile e capibile, l'opera è stata scritta anche per dare valore alle donne.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
In parole povere, da una parte, molti elementi sono stati fonte d'ispirazione, dall'altra, ce ne sono molti, specie appartenenti alla modernità, da cui io fuggo.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Con quest'opera, all'inizio, prima della pandemia, era un'evasione dalla realtà, ma poi, per puro caso, è divenuto un modo per raccontarla. Dal prossimo libro in poi, nella maggior parte, sarà un'evasione dalla realtà perché la realtà stessa non mi aggrada.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
I protagonisti sono tutti dei ragazzi. Nel primo capitolo, insieme ad uno dei protagonisti, vi è un soldato timido ed impacciato; egli assume alcuni punti della mia personalità: è giusto dire che quel soldato è il mio cameo.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Dante, che mi ha fornito la creatività. La creatività, che mi ha fornito la storia. La Storia ed il cinema, che mi hanno fornito l'ispirazione.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia madre.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Per quanto mi riguarda, io rimango fedele al libro cartaceo. Per me, la prima cosa bella di un libro è averlo fisicamente.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho mai ascoltato un audiolibro; il motivo risale alla risposta precedente.

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