Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è terapeutico. Non dico certo nulla di nuovo, ma è la verità vissuta sulla mia pelle. In una notte buia e tempestosa, la scrittura è stata la mia ancora di salvezza, la cura per una depressione in agguato, la distrazione da pensieri tetri ... poi è arrivato il divertimento, il gusto di creare, inventare personaggi e situazioni, atmosfere, paesi e culture ... maltrattare personaggi, coccolarli ... lasciarli liberi di esprimersi e far la loro vita malgrado me. Ed accorgermi che tutta la faccenda ha una sua logica decorosa, una discreta amabilità, è ancora più esaltante.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Io racconti luoghi e epoche fantastiche, sia pure realistiche e parlare di vita reale suona forse inadatto, ma le caratterizzazioni dei personaggi, le situazioni che vivono, i pensieri che hanno sono me. Le mie protagoniste sono me. Non si può parlare d'altro se non di ciò che sappiamo.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi ci sono molto divertita. La protagonista è una vecchia con il fisico di una trentenne! Possiede qualità eccezionali, vive una avventura dopo l'altra, conosce creature incredibili. Mi piaceva unire la saggezza della vecchiaia, il distacco tipico di chi non deve dimostrare nulla a nessuno, insieme la vigoria e l'entusiasmo della gioventù. È un bel connubio.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, la storia è nata insieme al titolo. Mi sembrava il più chiaro e l'unico possibile.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sceglierei Dune. Ne avrei da leggere per giorni e giorni ... fantastico e fantascienza, storie antiche, da tragedia greca e intrecci e complotti da saghe medievali. Il capostipite di tante saghe oggi famosissime.
Per il resto scegliere uno scrittore su tutti mi è impossibile. Spero che nell'isola deserta ci sia una civiltà ormai scomparsa dove le biblioteche erano considerate alla stregua di templi, ben conservate e ben fornite ...
Ebook o cartaceo?
Cartaceo, sempre e comunque, per quanto mi riguarda, pur sapendo essere l'ebook una grossa possibilità. E' solo un gusto personale la scelta dell'uno o dell'altro, aiutato quest'ultimo da un risparmio economico notevole.
Ma forse è solo una questione generazionale. È probabile.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Io non trovo che scrivere sia una carriera. Se lo diventa dopo, magnifico, ma quando scrivo lo faccio per la mia voglia di raccontare storie, quelle storie da sempre nella mia testa e che ad un tratto mi viene voglia di metterle nero su bianco, riordinarle, gustare nel rileggerle, e magari, avere il piacere di farle leggere agli altri.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Avevo già scritto altri due romanzi, che io definisco 'fantastico da meditazione', fuori dalle tipiche storie fantasy, più lenti nel divenire degli accadimenti, adatti ad adolescenti riflessivi e anche per adulti che amano fantasticare. Ma in questi non c'erano i Draghi. E io amo i Draghi. Nello Hobbit, quando muore Smaug tutti sono felici e io ci resto sempre malissimo! Allora ho deciso: scrivo io di un Drago. A modo mio e con tutta la simpatia che provo per questi esseri immaginari e meravigliosi. La storia l'ho concepita più vivace, con maggior movimento e in qualche modo più leggera. Così è nato La donna e il Drago.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Timore, perché ci sfugge e sarà in altre mani .... soddisfazione legittima e sfinimento, come una fatica fisica che vede la fine. Curiosità, perché so quanto uno scritto può essere interpretato da ciascun lettore in maniera ben diversa persino dalle intenzioni dell'Autore. E orgoglio, smisurato ... senza dimenticare che ora occorrerà fare il possibile perché venga letto.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho un gruppo di amiche che sono mie fan sfegatate. Una tra tutte, già scrittrice e poetessa, è stata particolarmente disponibile e mi ha spronato e lodato fin dall'inizio, quando mai avrei pensato di arrivare fino a questo punto.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo stia prendendo piede con lentezza, ma inesorabilmente. Oggi siamo abituati a fare più cose in contemporanea e occupare tempi morti con la letteratura viva, è utile e piacevole.