Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono ragioniere, ma più propenso alla letteratura che non alla ragioneria. A scuola ero " il poeta di classe " appassionato di etruscologia. Leggevo Freud, Carlo Cassola, Carlo Levi. A Talamone scrivevo su " Il Tirreno " per la cronaca locale. Insieme al diploma di ragioniere, il preside che mi teneva abbastanza in considerazione, aggiunse una letterina:" sei un gran bravo giovane, di vasta cultura, ma la ragioneria non fa per te ". Pertanto quando c'è tempo disponibile, mi viene quasi naturale esprimere qualche pensiero. Questa volta sia per il maggior tempo a disposizione, sia un continuo risentimento verso tutti i politici, che non fanno altro che pensare a loro stessi, sia per le continue assurdità di una certa Gretina Thumberg, che vorrebbe risolvere i problemi creandone più grossi, sia per il continuo " martellare " dei vari virologi che fanno soltanto chiacchere, senza risolvere il problema, anche io ho voluto esprimere le mie idee e forse suggerimenti. Pertanto senza emozioni particolari.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La parte che riguarda Enzo Babini, è quanto accadde a me nel 1999 anche se con una soluzione meno tragica. In quell'anno la Comunità Europea mise fuori legge i tessuti prodotti con materie prime rigenerate, poiché a loro dire avrebbero potuto contenere coloranti cancerogeni. In realtà forse la Germania voleva abbattere l'industria Pratese per far decollare la propria che usava soltanto fibre vergini (non rigenerate). In quell'anno, il mio fatturato scese a 6 miliardi di lire, contro i 50 miliardi dell'anno precedente. Non mi restò altro che portare i " libri " in tribunale e chiedere un concordato giudiziale. L'anno successivo la legge fu modificata, Prato riprese a lavorare le fibre rigenerate, ma il mio lanificio era già chiuso.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Intanto non spetta a me chiamarla " opera ". Con questo scritto volevo portare a conoscenza l'operato dei politici, sia Italiani che Europei. Dico " portare a conoscenza " poiché sembra che ogni popolo sia quasi assopito e prenda tutto quanto gli viene propinato senza alcuna reazione negativa. Inoltre, quasi in modo
fantascientifico volevo proporre qualche novità nello stile di vita.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Direi abbastanza semplice, poiché la ragione primaria era fantasiosa, pertanto mi
è sembrato appropriato " ANNO 2200 "
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei Sigmund Freud, poiché ti fa riflettere e, la riflessione ti fa trovare sempre la soluzione migliore.
Ebook o cartaceo?
Ebook è sicuramente da preferire. Sia perché la carta da stampa dovrà essere sostituita dalla tecnologia, sia perché le nuove generazioni saranno sicuramente più dinamiche di quelle passate. In movimento è più facile aprire un tablet e leggere invece che recarsi in libreria.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Intanto vorrei vedere come questo libro sarà accolto da un eventuale pubblico.
Tutti sappiamo che in Italia esistono più scrittori che lettori. Secondo i risultati, potrò decidere se intraprendere o meno la " carriera " di scrittore.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Mi pare di aver già risposto con le precedenti domande. Non esistono aneddoti particolari, che abbiano concorso alla scrittura.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Agli inizi arano appunti vari sulla politica, in seguito, avendo più tempo, ho dato più sfogo alla fantasia ed è nato il " libro “. Alcune cose accadute a Enzo Babini,
a Mosca (ufficio Aeroflot) ed a Shanghai accaddero veramente a me.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Voi siete stati i primi lettori. Sin dal primo invio vi ho chiesto se valesse la pena di pubblicarlo, da Voi non giunse una risposta in tal senso, ma soltanto la richiesta di pagamento per la stampa. Pertanto, ad oggi, non so se sia stata una mera operazione commerciale o, un fatto editoriale anche se di piccola importanza.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente l'audiolibro sarà il futuro della editoria. Se l'ebook sarà importante poiché oltre al risparmio della carta, dà la possibilità di poter leggere ovunque,
l’audiolibro dà anche la possibilità di ascoltare le nuove edizioni anche durante i lunghi spostamenti. Io credo che la tecnologia potrà dare, alle nuove generazioni, più tempo libero e, se la lettura può affaticare la vista, l'audiolibro
annulla completamente questo problema.