Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Ferrara, nel quartiere Krasnodar. Finito il liceo mi sono trasferito a Roma per studiare regia cinematografica. Finita l'accademia sono rimasto a Roma in cerca di qualcosa.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Crash" di James Graham Ballard e "La metamorfosi" di Franz Kafka.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il progresso, come per ogni cosa. Ma non credo, e lo spero, che il cartaceo scomparirà.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nessuna delle due, è una sbronza con tanto di vomito finale.
Esprimersi, o qualunque cosa che gli si avvicini, è umano, per tanto ho provato a farlo, anche se sono convinto che doversi esprimersi possa essere anche un fallimento personale. Sono molto cinico e volgare, la realtà mi ha rotto il cazzo, così provo a non rompermelo mentre scrivo e faccio altro.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il mio ego che mi fotte alla grande, ma essere un fallito ha i suoi vantaggi. Il mio egocentrismo continua a ripetermi che sono al centro del vuoto. Il mio egoismo, invece, che nulla mi appartiene.
Detto questo, ciò che mi ha spinto a scrivere questa raccolta è il voler continuare una sorta di analisi/autoanalisi cominciata nella prima raccolta "BOW OF PERCEPTION", e che (spero) possa continuare e concludersi in una terza.
Non ho grandi storie legate alla nascita della raccolta. Non l'ho scritta per amore, dolore o quant'altro...semplicemente non avevo nulla da fare. La vera spinta è stata la noia.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non c'è un messaggio, per me la vita non ha senso, quindi forse sarebbe meglio viversela come capita, in serenità e non. La raccolta va di conseguenza.
Noia cadente ed euforia distruttiva in una continua altalena di emozioni e ricerca di esperienze, forse solo quelle sono reali.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
No, volevo fare altre mille robe. Detective, astronauta, calciatore, collezionista, producer di elettronica, eccetera, ma mi sono ridotto a scrivere invece di fare quello che forse mi avrebbe reso più felice.
Durante gli anni del liceo ascoltavo tanto di quel rap, che ho provato a mia volta a scrivere delle barre (non a cantare...faccio pena). Poi col tempo si è evoluto, è proprio grazie al rap che sono passato alla poesia. Ma non era un sogno e non credo lo sia nemmeno adesso, è un momento. Scrivere da ubriachi è divertente.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Potrebbero essere tanti, come nessuno. Fabri Fibra in "In quanti?" disse "finita la scuola comincia la casualità". Forse è stata semplice casualità. Forse c'è qualcosa che non riesco a esprimere o razionalizzare. Come detto in precedenza la principale causa è stata la noia, che può rivelarsi molto creativa.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Un sacco di volte, per noia, nervosismo o inettitudine. Magari sarei potuto morire nel mentre...
Penso che non sia finita nemmeno adesso, sta nel mezzo di qualcosa che non porta da nessuna parte. Anche perché tra la firma del contratto e la pubblicazione passa tanto di quel tempo che in un modo o nell'altro sono già cambiato, e di conseguenza le idee, le poesie e tutto il resto. Il tempo è il vero nemico/amico dell'uomo.
Il suo autore del passato preferito?
James Graham Ballard in assoluto.
Apprezzo molto anche Franz Kafka, Charles Bukowski, Bertolt Brecht, Italo Calvino, Pablo Neruda, Charles Baudelaire, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, e altri che non mi ricordo adesso.
L'autore che mi ha influenzato di più di tutti viene dalla discografia però: Fabri Fibra.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Purtroppo non ne so molto. Leggo per lo più in cartaceo e, quando mi capita, anche in ebook.
Piano piano comunque il digitale prenderà il sopravvento anche nell'editoria, come è già successo nella discografia e nella cinematografia...è il progresso, no? Forse tra cent'anni faranno un film dove un cazzone leggerà un libro per tre ore e mezza.