1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Adoro scrivere fin da bambina: alle elementari anziché fare l’intervallo componevo temi e poesie. Durante le medie ed il liceo ho partecipato a diversi concorsi letterari, non per vincere ma proprio per passione. Penso di avere nel mio computer centinaia di scritti tra romanzi, poesie, riflessioni.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera. Vorrei poter farlo molto di più, perché è un passatempo che mi dà un benessere incredibile, ma sono sempre molto impegnata con lavoro ed esami e quindi il tempo è piuttosto limitato. Però non voglio sacrificare questa passione nonostante i miei ritmi, la mia intenzione e trovare sempre un angolo da dedicarle.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Adoro Valerio Massimo Manfredi ed i suoi romanzi storici... penso di aver letto tutti i suoi libri e sono innamorata dello stile, della capacità descrittiva, dalla caratterizzazione dei personaggi e da come trasmette al lettore emozioni contrastanti.
4. Perché è nata la sua opera?
Ho iniziato a scrivere questa raccolta di riflessioni poetiche durante il primo lock down. Stando in casa ed avendo più tempo per me stessa ho avuto la possibilità di riflettere e pensare molto, e mi sono nate una serie di spunti e considerazioni su tematiche che mi sono sempre state a cuore... come la libertà, il tempo, la morte... e ho deciso semplicemente di buttarle giù.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente ha influito molto la mia formazione… sono una classicista tradizionale, ho studiato greco e latino e ne ho adorato la letteratura e la storia. Seppure abbia poi intrapreso studi scientifici all’università, la mia vera indole è decisamente umanistica e non riesco ad archiviarla o abbandonarla. È sempre dentro di me.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è entrambe le cose. Le mie poesie parlano di vita, di temi attuali su cui ognuno prima o poi si sofferma. Però ho trovato evasione e svago anche se trattavo temi di quotidianità. La poesia è stata per me un conforto, un aiuto, una valvola di libertà ma è stata anche specchio di realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto. Chi mi conosce potrà capire meglio questa risposta, e forse chi non mi conosce potrà ritrovare anche un po’ di se stesso ed attraverso le mie considerazione potrebbe arrivare addirittura a comprendermi e conoscermi a fondo.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente più che qualcuno in particolare è stato il contesto storico in cui ci troviamo, la situazione della pandemia, il ritrovarmi a stretto contatto con me stessa, in solitudine. Senz’altro molte persone importanti hanno avuto un ruolo per ogni mia poesia, tant’è vero che molte poesie le ho scritte ed anche dedicate.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Un’amica molto speciale, che mi ha spronato, seguito e stimolato da sempre nel mio sogno della scrittura. Però son sincera le ho fatte leggere a diverse persone: adoro il confronto e le diverse opinioni delle persone, lo trovo davvero arricchente.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ tradizionalista. Libro e scrittura le associo alla carta e al profumo di stampa. Anche se sicuramente è un mezzo molto agevole e comodo, non penso di comprarne mai uno????
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un’iniziativa molte utile: ci si può emozionare anche ascoltando e non solo leggendo e si può comprendere un messaggio profondo anche attraverso una via alternativa alla vista.