1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Cesena ho trascorso gran parte della mia vita in Val Padana dedicandomi alla cura della salute dei bovini da latte.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente consiglierei "Il piccolo principe".
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
In parte il mio pensiero a proposito dell'ebook è scritto nel mio libro, personalmente amo sfogliare la carta del libro e mi piace soggiornare nella mia biblioteca: capisco però la comodità, per motivi di spazio, di poter archiviare centinaia di libri in un'apparecchiatura elettronica.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Alla scrittura mi sono avvicinato per descrivere alcune esperienze del mio lavoro in ambito giornalistico, è stata una scelta ponderata grazie però all'incontro avvenuto trenta anni fa con un simpaticissimo editore che mi ha fatto innamorare della carta stampata.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
L'esperienza di vita, vedere i cambiamenti repentini di una società globalizzata e digitalizzata che attraverso i social, il commercio elettronico, il lavoro in smart working, si è vista sottrarre i rapporti umani, lo stravolgimento urbanistico, la perdita di consapevolezza e la resa in schiavitù.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il primo lettore del libro sono stato io, personalmente su di me ha avuto un effetto terapeutico, queste riflessioni mi hanno portato a prendere una maggior consapevolezza della realtà, riflettere su ogni aspetto della vita dal risveglio del mattino, alla condivisione dei pasti, al rapporto con tutte le altre persone che circondano la mia quotidianità nel lavoro e nell'amicizia.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
L'amore per la scrittura mi è stato donato dall'incontro con quello che io reputo il mio mentore, un editore di Parma, che mi ha fatto comprendere l'importanza delle parole e, l'incisività che acquistano dopo essere state scritte.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Si, quando ho deciso di impegnarmi nella scrittura e ho cominciato a parlare del mio progetto con amici, clienti e parenti, da tutti ho avuto uno stimolo positivo ad andare avanti: tutti erano curiosi di conoscere meglio l'oggetto del mio lavoro.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Assolutamente no, il difficile è stato rompere il ghiaccio con la prima pagina, poi è tutto seguito in maniera molto fluida, l'unico rammarico è che essendo stato costretto dall'editoria giornalistica a esprimermi in 3 o 4 pagine, ho acquisito uno stile molto conciso, i primi lettori mi hanno detto che poteva venire un libro di 400 pagine e che interpretarlo hanno dovuto rileggerlo, alcuni anche più volte.
10. Il suo autore del passato preferito?
Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgari
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che il progresso come il tempo ha una sola direzione, ora ho 67 anni leggo con gli occhiali, forse più avanti negli anni quando la vista si ridurrà ulteriormente poter ascoltare un libro mi riporterà indietro nel tempo, quando la sera ero io che leggevo favole alla mia bambina per farla addormentare, o ancora più indietro quando a farlo erano i miei genitori per me; pensare anche agli ipovedenti l'audiolibro rappresenta una buona soluzione.