1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me, è liberare me stessa, il mio animo. È “un dire e un dirmi”. Le emozioni profonde che stanno dentro la gabbia del cuore s'accendono, bruciano, respirano, vivono. Sono la mia vita, le emozioni sono io, sono tutti gli esseri dell'universo. Nascono da immagini, profumi, visi, ricordi, suoni. Arrivano improvvise. Da qui la necessità di fermarle per non perderle. Non c'è, pertanto, un momento preciso per tradurre, con parole, l'infinito mondo interiore. Difficile è invece dare vita alle parole che le rappresentano, in quanto esse sono povere, incomplete e c'è bisogno di rivedere, togliere, cambiare, dare volo, riprendere. Non sempre ci riesco e il tempo che dedico non basta mai.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nulla si può scrivere se non c'è l'io. Nelle poesie raccolte in questo libro, c'è parte di me e parte delle esperienze legate al mio percorso di vita umana e relazionale che mi circonda, filtrata attraverso l'ascolto, l'empatia, i sentimenti e la sensibilità.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho cercato di raccogliere in forma minimale il mio tempo vissuto.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta iniziale del titolo è venuta spontanea anche se poi sono subentrate esigenze diverse.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Su un'isola deserta, porterei sicuramente dei libri di poesie. Gli Autori a cui sono più legata e che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita, sono: Emily Dickinson, Pablo Neruda, Umberto Saba, Giuseppe Ungaretti, Alda Merini. Sono come l'acqua in un'oasi tra la rossa sabbia.
6. Ebook o cartaceo?
L'ebook è sicuramente una valida alternativa al libro cartaceo, ma penso che i testi stampati rendano l'esperienza della lettura coinvolgente per tutti e cinque i sensi. Questa mia motivazione nasce dall'esperienza familiare. Mio marito e mio figlio si approcciano ad un libro nuovo toccandolo, quasi a volerne leggere il contenuto dalla copertina e odorandolo perché amano sentire il profumo delle pagine stampate. Inoltre, a loro piace vederlo appoggiato da qualche parte e poterlo cercare. Il libro cartaceo poi gode anche di un apparato grafico accattivante (copertina, magari la rilegatura, il tipo di carta, il formato, il carattere grafico, i colori, ecc.) che ne fanno un oggetto di contemplazione...si acquista magari solamente per le sensazioni visive, tattili che suggerisce.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non c'è stato un punto di partenza nel tempo, ma la voglia di scrivere c'è sempre stata in me. Tuttavia questo innato desiderio è rimasto sospeso ad un punto di domanda, alla fine di un foglio protocollo. In prima media, il mio insegnante di Italiano aveva dato da svolgere il tema: “Orme sulla neve”. Nel giudizio finale, privandomi addirittura del voto, scrisse: “È farina del tuo sacco?” sottolineandolo più volte in rosso e facendomi capire bene il suo pensiero. Da quel momento, è nata in me una ribellione e lo scrivere perse di entusiasmo. A dire il vero scrivevo ma nulla è rimasto, se non le copertine dei quaderni, le cui pagine strappavo subito. Dopo molti anni, ho interiorizzato che perdonare chi mi aveva provocato dolore e dimenticare le parole mi avrebbe dato la libertà. E così è stato. Ma nonostante tutto, dico grazie al mio prof. che mi ha fatto capire quanto peso hanno e quanto possono incidere le parole nell'animo di chi le riceve.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non c'è stato un momento in particolare, tuttavia, credo che il punto di partenza sia stato l'aver trovato la fiducia, il coraggio di esprimere me stessa e darvi forma in poesia.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È stata una grande soddisfazione pensare che ora, attraverso la pubblicazione, anche il lettore possa sentirsi coinvolto e toccato dalle mie parole.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Dopo aver raccolto le mie poesie, ho scelto di farne leggere alcune, nonostante i contenuti personali, ad un'amica della quale ho stima.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo l'audiolibro importante, in quanto permette di superare difficoltà personali e dare a tutti la possibilità di poter godere facilmente di un buon libro. Inoltre, vista la frenesia del mondo contemporaneo, va incontro anche a chi non ha molto tempo per poter soddisfare il desiderio di conoscere. Infine, cosa c'è di più “coccolante” di una la voce che rende l'ascolto più rilassante e coinvolgente?