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30 Dic
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Intervista all'autore - Stefano Graziosi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi permette di immergermi in una dimensione in cui sento di avere la libertà di scelta e di movimento in valore assoluto. Ovvero l'assenza completa di limiti fisici, mentali, sociali...
Uno spazio in cui si è liberi di provare.
Il foglio bianco è solamente un nuovo universo che aspetta di essere conosciuto.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In: "Un viaggio in picchiata", non c'è qualche cosa in particolare che possa essere riconducibile a me o al mio vissuto, ma non nascondo che tra i personaggi si nascondono figure riconducibili a persone che sono state molto importanti per me e la mia crescita.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il titolo rappresenta benissimo quello che ho provato durante la stesura di questo racconto.
Mi sono identificato molto con il protagonista, e insieme a lui ho percorso tutte le vicende pagina dopo pagina.
Ero così immerso in quel mondo, che quando sono arrivato alla conclusione quasi mi è dispiaciuto.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stata una vera e propria rivelazione.
Mentre scrivevo provavo delle forti sensazioni inerenti ai luoghi e ai personaggi, in particolare nell'ultimo capitolo.
Così ho provato a descrivere come mi sentivo con poche parole... ed ecco il titolo!
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Non viaggio mai senza il mio diario. Bisogna avere sempre qualche cosa di strabiliante da leggere in treno." cit. O.Wilde
Credo di aver risposto. In ogni caso non vorrei mai un solo libro, se proprio dovessi scegliere porterei con me Wilde, così con tutto il tempo a disposizione forse imparerei a scrivere meglio.
 
6. Ebook o cartaceo?
La comodità concessa dalla tecnologia non ha paragoni, ma il romanticismo del rumore che fanno le pagine quando le si sfoglia non lo si può sostituire con nulla.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non credo di essere ancora all'altezza della parola scrittore.
In ogni caso: scrivo da quando avevo 8 anni e dopo svariate insistenze, per una delle poche volte in vita mia ho provato a seguire un consiglio, e così eccomi qui.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro nasce grazie a tutte le persone a cui l'ho dedicato, in particolar modo ad una ragazza che oggi purtroppo non c'è più, ma che ha fatto in tempo a cambiarmi la vita e convincermi ad intraprendere l'avventura che sto vivendo adesso.
Fosse stato per me avrei scritto solamente il primo e l'ultimo capitolo come brevi racconti, poi una inaspettata musa ispiratrice è entrata nella mia vita ed ora... eccoci qui.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Soddisfazione, incredulità, gioia, a volte un po’ di frustrazione e un pizzico di malinconia. credo siano gli ingredienti che servono a formale lo spirito di un genitore.
Mi sento il papà di tutti i miei scritti: dai racconti più brevi fino a questo romanzo.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Escluse le due persone a cui sottoponevo riga dopo riga, giorno per giorno i progressi fatti: che sono mia moglie e quella mia carissima amica che oggi non c'è più.
penso che i primi lettori più o meno a pari merito siano stati i miei amici più stretti.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un supporto molto utile e molto comodo per chi non riesce a leggere per qualsiasi motivo personale.
Ma credo che le parole che passino dagli occhi raggiungano prima l'anima e poi l'immaginazione.
 
 
 
 
 

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Mercoledì, 30 Dicembre 2020 | di @BookSprint Edizioni

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