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BookSprint Edizioni Blog

28 Ott
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Intervista all'autore - Michele Monteforte

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La stesura di un libro, a prescindere dal genere, credo sia un momento di confronto con se stessi, in cui è necessario sviluppare una profonda capacità di lettura del proprio intimo.
Qualunque sia la storia narrata, reale o romanzata, il senso è sempre di condividere con il lettore delle emozioni, generate dai ricordi, esperienze vissute, attimi di vita che restano dentro, pertanto queste emozioni sono fatte di nostalgia, ma anche entusiasmo perché, magari, si riassapora lo stesso piacere, di cui si prova a rendere partecipe chi ti legge.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il mio libro, “Memorie di Management”, è il racconto di un percorso di vita iniziato per me ai tempi dell'Università, che tutt'ora continua in ambito lavorativo, che ho provato a ricostruire riportando in esso gli appunti, le riflessioni, le osservazioni che, oltre a suggerire spunti di natura professionale, evocano precisi momenti vissuti nell'arco di un ventennio.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Impegnarmi nella scrittura del mio libro ha rappresentato per me un'opportunità di riflessione, un momento di resoconto, una sorta di tirare le somme, che mi ha consentito di dare un senso logico agli aneddoti, alle esperienze, alle emozioni vissute con riferimento al management, tema a cui mi sono avvicinato e che ho amato prima nei panni di studente e poi, ovvero oggi, in quelli di addetto ai lavori.
Il desiderio è che questa organicità con cui sono stati raccolti i miei appunti possa essere da stimolo per qualcuno.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo che ho dato al mio libro, in verità, è nato spontaneamente perché insito nello spirito che mi ha spinto verso questa esperienza ossia quello di raccontare in maniera organica le impressioni che si sono originate in me per effetto delle variegate esperienze vissute nel corso degli anni prima come studente di Economia Aziendale e poi come Consulente di Direzione, Manager e Imprenditore.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente un libro che non ho mai letto, che, magari, racconta la storia imprenditoriale di qualcuno che può dire che ce l'abbia fatta.
Non ho uno scrittore preferito. A me interessano le storie, da cui possa prendere spunto, ad esempio, per capire se il mio percorso è giusto, se devo apportare qualche cambiamento, se devo aumentare la velocità nella direzione seguita.
 
6. Ebook o cartaceo?
Non ho dubbi. Cartaceo tutta la vita. Ho bisogno di "sporcare" il libro che leggo, evidenziando, sottolineando, appuntando riflessioni. Solo così lo sento mio, me lo sento addosso.
Per non dire del piacere di vedere la propria libreria traboccare
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In verità, parlare di carriera di scrittore mi sembra un po’ azzardato. L'avventura della scrittura per me è iniziata dall'idea di dare un ordine logico alla miriade di appunti che, durante gli ultimi 20 anni, ho affidato ad un'agenda che mi fu regalata in banca in prossimità del Natale.
Quest'idea ha poi lasciato il posto ad un sempre più forte desiderio di vivere questa che per me è stata un'esperienza assolutamente nuova.
Dire se ci sarà un seguito, per me è molto complicato. L'unica certezza che ho è che, qualora dovesse sorgere in me una nuova ispirazione, non esiterò.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come detto, la decisione di scrivere questo libro nasce dall'idea di raccontare il mio percorso riguardante il mondo delle aziende, che ho iniziato a conoscere in modo approfondito all'Università, mentre oggi mi ritrovo a viverlo quotidianamente sia come consulente che come imprenditore-manager.
Lo spunto mi veniva, ripetutamente, ogni qualvolta mi ritrovavo tra le mani un'agenda, del tipo di quelle regalate in banca in occasione delle festività natalizie, dove nel corso degli anni ho annotato, cosa che faccio tutt'ora, ogni impressione che per me è degna di interesse e che può essere un passaggio di un libro letto, piuttosto che un aneddoto che mi viene raccontato da quell'imprenditore o anche un approccio da me seguito nel far fronte ad una problematica che mai ho riscontrato .
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La scrittura di un libro inizia con un forte desiderio, che cresce senza pausa al punto da creare un complicato senso di attesa di vedere materializzata la tua idea.
Il tutto si conclude con un'immensa soddisfazione perché immagini la sorpresa, l'orgoglio e la fierezza vissuti da chi ti vuole bene nel momento in cui scoprono quanto sei riuscito a fare.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho voluto che fosse mia moglie a leggere il libro, in quanto, occupandosi di altro nella vita, il suo parere sarebbe stato molto indicativo per me sulla possibile fruibilità per tutti di ciò che ho raccontato.
Ci tenevo a non tradire lo spirito con cui mi sono approcciato alla scrittura. Non ho voluto che il mio libro fosse un manuale, tra l'altro sarebbe stato irrispettoso da parte mia non avendo il rigore accademico, ma il mio scopo è stato quello di condividere il racconto delle mie esperienze.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come già sottolineato, adoro avere il libro tra le mani, sentirne l'odore della stampa, vederlo in libreria.
Ovviamente, laddove l'audiolibro diventi un rimedio a precise problematiche, ringrazio Dio per aver suggerito questa innovazione.
 
 
 
 
 

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