1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ciao a tutti, mi chiamo Antonella Esposito in arte Thony Brandon. (30 anni a novembre) sono nata a Milano, ho vissuto in parecchie città italiane bellissime tra cui: Milano, Tarquinia, Napoli e infine Bari, dove attualmente vivo. Qui ho frequentato l'istituto d'arte Pino Pascali, attualmente studio sceneggiatura perché mi piacerebbe un domani trasformare le mie opere in film. Faccio attivismo all'interno del bellissimo coro LBGT inclusivo della Puglia: " I ricchitoni" dove ho avuto la fortuna di incontrare persone stupende e con del vissuto che li ha resi ciò che sono oggi, persone libere, mature, eterni ragazzi che amano, ed hanno voglia di vivere a pieno la vita.
Persone che hanno uno scopo ben preciso quanto me, di fare qualcosa di utile per la società e per se stessi. La mia è una vita particolare se così posso definirla, non smette mai di sbalordirmi, nonostante alcuni momenti di blocco e di indecisioni, la vita mi ha sempre fatto intraprendere il sentiero adatto a me e ne sono felice. La scrittura è entrata nella mia vita per salvarmi, l'ho sempre pensato e così dirò fino a quando avrò la parola, la scrittura è un ponte che unisce l'immaginazione con la realtà, la parola con le azioni, ma non ho fatto solo e sempre questo lavoro, e sottolineo ancora una volta, come nelle altre interviste, che anche se voglio vivere della mia penna, insomma ho dovuto fare altri tipi di lavori che mi hanno poi spronata sempre di più ad amare questo settore, la scrittura, la creatività è la mia casa, il mio santuario al riparo dal mondo che mi circonda, non so proprio come potrei vivere senza, perché ho un rapporto troppo stabile e vivo con la creatività che è l'unica cosa che davvero mi rende felice. Ho iniziato a scrivere all'età di vent'anni e come tutti i ragazzi tenevo i miei diari segreti dentro il cassetto, poi un giorno decisi di cambiare la mia vita e di fare dei miei sogni la realtà.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento ben preciso, scrivo anche e solo pensando. Scrivo negli orari improponibili, non ho una misura che quantifichi il tempo che impiego durante la giornata, può essere che scrivo tutto il giorno quando ho una buona ispirazione, proprio perché per me scrivere è l'esigenza di manifestare ciò che penso, sento, vivo e percepisco. Anche se a volte, mi prendo il giusto spazio per capire cosa è fondamentale scrivere per non cadere nella banalità.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ci sono due belle persone che conosco e che per fortuna sono miei amici e mentori, Orgelis Fonseca, maestro Reiki e autore del suo primo libro illuminante "Reiki luce per la vita".
Mariella Astolfi, avvocato mediatrice familiare - docente di comunicazione e autrice del suo meraviglioso e prezioso romanzo "Come in uno specchio".
Consiglio a tutti di leggere i loro libri, perché ne vale davvero la pena, entrambi ti trasportano in un viaggio introspettivo e ti aiutano a guardare oltre per capire il senso di ogni cosa che viviamo e di come noi comunichiamo attraverso i gesti, le parole e anche i silenzi. Attraverso l'amore per il prossimo e il desiderio di essere una luce che illumina il sentiero della sua esistenza e di chi sceglie di accompagnarci in questo splendido viaggio. Conoscersi, riscoprirsi nel volto di altre creature e amarsi per la meraviglia che siamo fortunati di essere.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera come tutte le altre, nasce dall'ispirazione della vita stessa, dal quotidiano, da ciò che sento, vedo e in alcuni casi vivo direttamente o indirettamente. La mia opera nasce dal desiderio di far capire il concetto fondamentale dell'amore tra donne, che ancora per molti è tabù. Nasce dal pensiero personale di parlare in modo reale, di questo mondo che mi appartiene. L'amore tra donne non è un rapporto malato o da molti considerato sesso e oscenità, l'amore tra donne come tra uomini e qualcosa di altamente divino che persino io a volte faccio fatica a comprendere. C'è stato un momento in cui ho pensato di non esserne ancora all'altezza di poterne parlare così apertamente, non per paura dei pregiudizi della gente, ma perché non credevo potessi esserne all'altezza quanto scrittrice. Poi però, per fortuna ho iniziato a creare i personaggi a dare una storia piena di significato che oggi sta ottenendo un risultato assai soddisfacente. Sono felice di aver avuto questa ispirazione e sono felice perché ho dato voce alla minoranza attraverso questo romanzo, che spero vivamente entri nelle case di tutti e che possa portare a riflettere che l'amore si manifesta ovunque e con chiunque, l'amore non guarda il sesso, la religione o il colore della pelle. Ed è qui che troviamo il vero senso della parola "Amore".
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Beh, ogni cosa ci influenza solo se noi permettiamo di farlo, altrimenti prendiamo solo spunto e poi parte la creatività.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe viaggiano sullo stesso vagone.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ogni cosa che parla d'amore, sicuramente c'è la mia anima.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, ma rimane un segreto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mia madre, come sempre lei è la prima a leggere ciò che scrivo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Mi auguro che continui ad essere il cartaceo, anche se ultimamente l'ebook sta acquistando potere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia utile per tutti coloro che necessitano di tale strumento. Le ragioni sono infinite e non giudico mai la scelta dei lettori.