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22 Giu
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Intervista all'autore - Davide Gallo

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vivo a Mondragone (CE), al momento collaboro presso una rivista culturale online, pratico costantemente sport, sono appassionato di cinema, apprezzo la buona cucina, seguo la politica e, ovviamente, amo leggere e scrivere. Non ho deciso di diventare scrittore, semplicemente scrivo per il piacere di farlo, perché sento di possedere delle emozioni da comunicare e trasmettere al lettore.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dedico alla scrittura circa tre ore al giorno, delle volte anche più. Molto dipende dagli impegni che occupano la giornata, ma anche nei periodi più impegnativi riesco sempre a trovare modo e tempo da dedicare alle mie opere.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ritengo Stephen King un autore straordinariamente completo quanto prolifico, capace come pochi di tenere incollato il lettore alla storia. Trattasi di uno scrittore completo, dotato di uno stile letterario unico, al contempo semplice e dettagliato, di inarrivabile fantasia ed originale come pochi altri. Le sue storie si svolgono presso più livelli narrativi, il che le rende ricche di interpretazioni soggettive, fatto che "obbliga" il lettore di turno ad aprire la propria mente così da poter recepire attivamente il messaggio dell'autore.
 
4. Perché è nata la sua opera?
"L'ultimo inganno di Caravaggio" nasce per il desiderio di voler provare a scrivere qualcosa di nuovo narrando del vecchio. Mi spiego, da sempre la figura del Caravaggio mi ha affascinato per via della sua inarrivabile arte avvolta da un incolmabile alone di mistero. Ciò mi ha indotto a cimentarmi in un romanzo che, in qualche modo, colmasse tale vuoto narrando vita, opere, nonché demoni personali di questo geniale e turbolento pittore, mescolando fatti veri o presunti tali con il mito e la totale fantasia. Ne è venuta fuori un'opera che affronta svariate tematiche, scritta in uno stile coerente, in cui ciascun personaggio della storia è sì figlio del proprio tempo, ma affronta problematiche universali, rendendo suddetti personaggi contemporanei ai giorni nostri.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sinceramente il contesto storico-sociale-culturale in cui vivo non ha influito granché sulla mia formazione letteraria. Leggo, ascolto, guardo ed analizzo storie sin da bambino, pertanto iniziare a scrivere è per me la naturale conseguenza di ciò che ho sempre amato fare.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere rappresenta per me un'evasione dalla realtà restando saldamente ancorato ad essa. Di fatto non si evade mai completamente dalla realtà, poiché risulta impossibile evadere dal mondo a noi circostante. La scrittura è solo il mezzo attraverso cui ciascun uomo si serve per filtrare la realtà sotto la propria soggettiva visione del mondo.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo che ogni singolo personaggio di un romanzo nasconda una traccia del proprio autore, dal protagonista della storia alla comparsa apparentemente più insignificante. Ciascun di noi recita al contempo un ruolo da protagonista e da comparsa nel grande palco della vita, così come ciascuno scrittore racconta frammenti di sé stesso servendosi dei propri personaggi.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Michelangelo Merisi da Caravaggio, ma egli ha contribuito solo in via indiretta nel farmi da fonte ispiratrice, poiché ad oggi non ho mai avuto modo e piacere di incontrare personalmente.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio padre, il primo ed unico sinora ad aver mostrato pazienza, perseveranza e curiosità nel voler leggere le mie opere, divenendo al contempo (a suo discapito, rischio e pericolo) il primo critico e sostenitore del sottoscritto.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non ho idea se il libro digitale possa definirsi il futuro della scrittura, di certo l'ebook risulta essere un valido sostituto del cartaceo, oltre ad offrire un minore esborso economico per le tasche del lettore. Con franchezza, da buon nostalgico purista quale in parte sono, mi dichiaro ancorato alla vecchia scuola del cartaceo, in quanto per me leggere un libro significa necessariamente dover toccare con mano le pagine ricolme d'inchiostro sfogliandole una ad una dalla prima all'ultima.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potremmo forse definire l'audiolibro quale il perfetto connubio letterario tra cartaceo e digitale, tra vecchio e nuovo, ideale per coloro i quali desiderino letteralmente ascoltare le voci dei personaggi e i suoni della storia senza doversi "sforzare" di affaticare le pupille degli occhi alla lettura. Ciò rischia però di sminuire la fantasia del lettore, rendendo la mente di quest'ultimo mero organo assimilatore del racconto piuttosto che parte attiva immaginifica.
 
 

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