1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Nuela Mahboub sono nata il 15/03/2000 a Modena da una famiglia di marocchini, sono cresciuta in provincia a Mantova. All’età di quattro anni i miei genitori divorziarono. Questo divorzio ha reso la mia infanzia più tranquilla seppur sempre turbolenta a causa dalla giovane età di mia madre e l’assenza d’aiuto. Fin da piccola sviluppai un grande interesse per il nuoto e le letture, per anni furono il mio passatempo preferito. A 16 anni, di fronte al mio passato e alle mie prime delusioni amorose iniziai a scrivere come modalità di sfogo, inizialmente i miei pensieri erano sulle note del telefono, poi successivamente pubblicate su una piattaforma chiamata Wattpad. Mai avrei pensato di scrivere un libro, anche perché tutti i conoscenti mi scoraggiavano. Le persone che mi leggevano e basta, senza conoscermi, con i loro commenti positivi mi hanno, pian piano spinta a uscire dal mio guscio e cercare qualcuno che rendesse il mio sogno di avere un libro, il mio, tra le mani.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Principalmente scrivo di notte. Quando appoggio la testa sul cuscino, mi vengono in mente mille idee. Perciò invece di dormire, prendo il telefono e scrivo. Scrivo tutto ciò che in quel momento mi sento di scrivere, la mattina successiva invece, vado a revisionare ciò che ho scritto la notte, facendo modifiche e correzioni.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Senza dubbio hanno avuto molta influenza sui miei scritti Antonio Dikele Distefano e Charles Bukowski. Anche se i miei autori preferiti non sono contemporanei come ad esempio: Giacomo Leopardi, Primo Levi, Jane Austen e le sorelle Brontë.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata dall’esigenza di condividere con le persone quelle emozioni che io definisco emozioni comuni. Ovvero emozioni che caratterizzano tutti e tutti nell’arco della propria vita hanno avuto modo di provare. E quindi mi piaceva l’idea che le persone leggendomi potessero pensare “Anche io mi sono sentita/o così” e non sentirsi più soli.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Se vivessimo in un’epoca diversa forse quest’opera sarebbe scritta con emozioni diverse. Ma credo che se uno scrive per amore della scrittura, il contesto sociale ha influenza irrilevante.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Quando scrivo è come se fossi in un mondo tutto mio, scrivere mi aiuta ad evadere dalla realtà ma allo stesso tempo scrivo delle realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In questo libro c’è gran parte di me. Ogni testo nasce da un sentimento che ho avuto modo di provare in maniera diretta.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Un poeta ha sempre qualcuno o qualcosa in grado di toccare quei tasti sensibili che permetto la nascita delle opere. È una fortuna avere qualcuno che ti ispira nelle cose che scrivi. Nel mio caso ci sono state più persone, alcune ancora presenti nella mia vita altre un po’ meno ma comunque sia ognuno a modo suo ha contribuito indirettamente alla nascita della mia opera.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima persona in assoluto ad aver letto quello che scrivevo è la stessa persona che più mi ha dato emozioni di cui scrivere.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Purtroppo sì, e dico purtroppo perché nonostante sia comodo l’ebook il suo utilizzo va a sostituire la bellezza di sfogliare un libro cartaceo. Inoltre le biblioteche e le librerie, posti bellissimi, diventeranno quasi inutili.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Stesso discorso di prima, va a sostituire libri e librerie in questo caso ancora peggio perché sostituirà l’atto stesso della lettura. L’unica cosa forse utile è la possibilità di ascoltare una storia e contemporaneamente svolgere un’altra mansione.