1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è sempre stato un modo di esprimere me stessa. Le parole mi hanno sempre aiutata a descrivere quello che a voce non riuscivo a dire, sono state il mezzo attraverso il quale ho espresso i sentimenti e le emozioni più profonde.
Qualsiasi emozione io stia provando, riesco a esternarla in modo completo solamente attraverso la scrittura.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro, o meglio, questa raccolta di poesie, non è altro che un insieme di esperienze vissute durante tutta la mia vita. C’è un pezzo di me in ogni strofa, sentimenti buttati giù su carta perché tenerli dentro faceva troppo male. Questo libro racconta il mio percorso di crescita, il quale non è ancora finito e forse non finirà mai, però sono davvero soddisfatta dei risultati ottenuti fino ad ora.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Le poesie inizialmente non erano destinate ad essere unite e a diventare un libro. È successo tutto un po’ per caso, ho pensato che unirle dando loro un filo logico sarebbe stata una bella idea.
La parte più emozionante è stata sapere che il mio lavoro aveva colpito qualcuno, che qualcuno aveva intenzione di renderlo pubblico. Da lì è iniziata la vera avventura, il mio continuo rileggerlo e sistemarlo, l’emozione al solo pensiero di esso fra le mie mani.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata un colpo di fulmine: una volta unite tutte le poesie mi misi un po’ a pensare a quale sarebbe potuto essere il titolo più adatto. Le rilessi tutte perché credevo che dentro le mie parole lo avrei trovato, e alla fine fu proprio così.
Vi svelo un segreto: il senso del titolo lo potete capire solamente dopo aver letto l’ultima poesia.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza ombra di dubbio, il libro che porterei con me su un’isola deserta è “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker. Questo libro ha segnato la mia persona in modi che non possono neanche essere spiegati. Ho fatto tesoro di ogni consiglio trovato all’inizio di ogni capitolo. Un libro da leggere, almeno una volta nella vita.
6. Ebook o cartaceo?
Decisamente cartaceo. Niente per me potrà mai sostituire l’odore della carta, il rumore di una pagina quando viene sfogliata.
Preferisco questo ad ogni altro tipo di comodità tecnologica.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In realtà non ho mai deciso di intraprendere la carriera dello scrittore. Come ho ribadito prima, è successo tutto un po’ per caso.
I progetti che ho per il mio futuro sono diversi, però niente mi impedisce di includere questa mia grande passione fra questi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Avevo appena scritto una delle mie poesie preferite. La mandai ad una mia cara amica per sapere cosa ne pensasse, e le sue parole mi toccarono molto. Da quel momento decisi di unire le poesie e creare qualcosa di più grande, qualcosa su cui ho puntato molto. Al giorno d’oggi posso dire di non avere mai smesso di crederci, anche se ci sono stati molti momenti di insicurezza.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una sensazione di gioia e di orgoglio indescrivibile. Ancora non realizzo a pieno quello che sta succedendo.
È tutto dentro ognuno di noi, la capacità, il talento, la forza. Bisogna solo crederci tanto, crederci forte. Dobbiamo dare a noi stessi la possibilità di poter brillare, perché tutto parte da noi: una volta capito questo, il percorso, anche se in salita, non potrà essere più facile.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata la mia migliore amica. È stata anche colei che mi ha aiutata ad unire le poesie, la stessa che era accanto a me quando decisi il titolo del libro. Questo libro è anche un po’ merito suo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Preferirò sempre la versione cartacea ad ogni altra alternativa, però credo che questa sia un’ottima iniziativa per le persone impossibilitate a leggere per problemi alla vista, o per la totale assenza di essa. È un’ottima idea per coinvolgere tutti in questo mondo, indipendentemente dalle disabilità.