1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato nel Salento, a Salve. Ho respirato da subito la brezza marina, ho assaporato il tempo scandito da ritmi ancestrali genuini e i rapporti interpersonali improntati a una grande umanità. La Seconda Guerra Mondiale ha costretto la mia famiglia a girovagare per l'Italia fino al ritorno e poi la definitiva "emigrazione" a Roma. Qui mi sono formato da giovane uomo e da professionista; poi sono ancora "emigrato" per seguire una passione.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
L'adolescente sente, annusa il libro da leggere, secondo i suoi interessi e le sue pulsioni, non occorre suggerirlo, sarebbe come incanalarlo. Però un consiglio posso darlo: leggere la storia del nostro popolo, delle nostre radici e dei nostri Grandi.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
È un peccato perché il libro è una creatura che va anche accarezzata, guardata, riposta, ripresa, sottolineata, gualcita, vissuta... L'e-book lo ha spersonalizzato rendendolo distaccato e distante. Se però servirà a veicolare cultura... ben venga.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un amore e come tutti gli amori sono un po’ istinto e un po’ ponderatezza. Questi presupposti lo fanno durare.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il desiderio di fissare frammenti di vita da lasciare ai figli, nel bene e nel male. Il desiderio/piacere che qualche altro, magari lontano 1000 miglia possa condividere uno stato d'animo, un ricordo, anche per lui un frammento di vita.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La vita è dolce o amara, bella o brutta ma comunque vita, meravigliosa nella sua complessità, nella sua irrazionalità. Guai a sprecarne un attimo: potremmo rimpiangerlo alla fine dei giorni.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Lo scrivere è stato, progressivamente, una esigenza, una voglia di realtà e onesta, una recita dal vero.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Riscrivendo un episodio del libro l'ho rivissuto con un nuovo filtrato, una nuova partecipazione emotiva. E mi ha insegnato che mai è immutabile nel nostro sentire quello che ci accade.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non mi sono stressato per concludere questo libro. È maturato lentamente. Invece ATTO DOVUTO (Booksprint , 2012) mi ha fatto temere di non concluderlo.
10. Il suo autore del passato preferito?
Gli autori lontanissimi Omero e Cicerone. Poi la Fallaci, Pansa, Biagi, Augias fino ad Andreotti.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi esalta, ma è meglio di niente. Sono per uno stretto interfacciarsi con l'oggetto libro che diventa un complice, un compagno.