1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Poter dare al lettore un libro interessante, avvincente, una storia che ti tiene incollato al libro, quando scrivo penso come un lettore perché mi aiuta con la stesura della storia, mi metto nei panni di chi leggerebbe il mio libro e mi giudico anche.
Essere riuscita a completarlo mi rende orgogliosa di me stessa e speranzosa che possa piacere come piace a me, non come scrittrice ma come lettrice.
Le emozioni sono tantissime, a volte sono emozioni felici altre volte negative ma nell'insieme ti danno la capacità di poter scrivere senza preoccuparti di nulla.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
All'inizio volevo scrivere la mia vita in versione fantasy, ma quando poi ho iniziato a buttare giù qualche riga l'ho completamente cambiato trasformandola in una storia fantasy dove di realtà non c'è nulla.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi sento più fiduciosa rispetto a prima perché mi ha aiutato a capire che posso provare a fare tutto quando al mio fianco ho le persone giuste che mi spronano e credono in me.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non avevo la minima idea di che titolo mettere per il mio libro, mentre scrivevo la storia l'ho lasciato in sospeso quando un giorno parlando con dei miei amici mi hanno consigliato il titolo che mi è piaciuto subito perché racchiudeva la storia che stavo scrivendo, così finalmente oltre alla storia avevo anche un bellissimo titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
I due libri di Michelle Paver le cronache dell'era oscura: “La saga del lupo” e il suo continuo “Il cammino del lupo”.
Jack London: “Il richiamo della foresta”, “Zanna bianca”.
Sono libri dove ci sono lupi o cani, sono un’appassionata di lupi e adoro anche altri animali, è proprio per questo che sceglierei questi libri per la loro storia e per la bravura degli scrittori.
6. Ebook o cartaceo?
Io sceglierei sempre il cartaceo, è bello poter sfogliare un libro magari pure vecchio e impolverato.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Il giorno che mi chiamò la casa editrice capii che potevo diventare una scrittrice.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
È iniziato tutto come un gioco, l'idea mi ronzava da un po’ nella mente, così un giorno decisi di mettermi al computer per scrivere le idee che avevo in testa, mi accorsi che veniva fuori proprio una storia che poteva piacere, così mi spronarono a trasformarlo in un libro.
Non avendo molta fiducia in me avevo paura che non potesse interessare a nessuno quindi quando la casa editrice mi contattò mi sentì fiera di me stessa e orgogliosa, ma soprattutto speranzosa di dare una vita ancora migliore di quella che già stiamo vivendo insieme con nostro figlio.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
L'emozione che si prova è troppo grande da descrivere, ti senti soddisfatto di te stesso, senti di aver superato il penultimo gradino, quello che ti porta poi alla vendita del tuo libro.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Non l'ho mai fatto leggere a nessuno tutto completo, solo il primo capitolo l'ho fatto leggere a un mio amico per curiosità e ogni tanto mentre lo scrivevo lo rileggevo ad alta voce e mio marito sentiva qualcosina.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io preferisco leggermelo da me o leggere a mio figlio, ma come idea per chi non ha tempo, per chi preferisce ascoltare anziché leggere o tipo per i bambini che amano le storie è una bella idea.