Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

31 Gen
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Luca Farruggio

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Catania, ma - non considerando gli anni universitari a Milano - ho sempre vissuto a Ragusa.  È una piccola città, ma il territorio è ricco di bellezze e di arte. Certe volte - tra giovani - ci si lamenta che non c'è nulla, ma chi sa cercare troverà sempre qualcosa e qualcuno di interessante. Ho cominciato a scrivere poesie durante il Liceo e, nel 2006, ho pubblicato il mio primo libro di poesie: "Bugie estatiche". A coronare la mia prima pubblicazione furono la prefazione di Manlio Sgalambro (filosofo noto per aver scritto alcuni testi di Franco Battiato) e la postfazione di Enzo Bianchi (Fondatore della Comunità monastica di Bose). Non so se pubblicare un libro equivale a diventare scrittore. Ma di certo la scrittura è fondamentale nella mia vita.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Certe volte scrivo dandomi degli orari. Ma spesso scrivo solo quando sono colto dall'ispirazione. Se devo scrivere di filosofia: leggo, rifletto e scrivo. Ma se devo scrivere poesie attendo l'ispirazione. E questa ti può cogliere anche durante le ore notturne. Puoi sempre girarti sull'altro fianco e non prestare attenzione ai pensieri. La lucidità del mattino, sicuramente, è utile in tutti i lavori.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
I miei autori preferiti non sono poeti, ma filosofi. Direi che il mio autore preferito è il mio maestro Massimo Cacciari. Ma amo anche la teologia di Sergio Quinzio e lo stile inconfondibile ed unico di Manlio Sgalambro (altro mio maestro che ha scritto anche poesie e canzoni).
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata come tutte le altre. Ci sono periodi della vita in cui si vuole fissare, con l'arte, ciò che si sta vivendo. Direi che, per me, è qualcosa di naturale. In un tempo in cui tutti parlano e nessuno ascolta è bello poter dire con le poesie "io esisto". Anche se si corre il rischio di non essere visti e letti.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Le mie poesie parlano di amore, del sacro e della mia ricerca esistenziale. Tutto mi influenza. Noi siamo anche le circostanze della nostra vita. Però mi piace anche passare dal particolare all'universale, perché "nessun uomo è un'isola".
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La vita di oggi, per quanto vissuta con i piedi per terra, sembra essere già una evasione dalla realtà. Perciò, anche se parlo di cose lontane e profonde, preferisco narrare la mia realtà. Non c'è nulla al di fuori dello spazio e del tempo! E anche un viaggio dentro la propria coscienza-mente è un viaggio realissimo.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
L'ho già detto: l'uomo è se stesso più le circostanze della sua vita. C'è sempre qualcosa di sé in ciò che si scrive. Però bisognerebbe trovare ciò che accomuna la propria vita alle altre. Perché i lamenti personali degli scrittori non interessano a nessuno.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Qualcuno e qualcosa. Io e gli altri, io e il mondo. Siamo tutti sulla stessa barca, ma ciascuno ha il suo canto e la sua visione del mondo. E quando una visione riesce ad accumunare più uomini, il miracolo è compiuto! Se questo non avviene, sono solo lamenti personali. Utili per sé e non per l'umanità.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A leggere per primo "L'ultima parola" è stato Domenico Ciardi. É un monaco della Comunità monastica di Bose. Ed è anche un grande poeta e un uomo che parla col silenzio. E sono molto felice perché è stato lui a scrivere la prefazione.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Forse l'ebook è il presente. Non amo fare previsioni e resto ancorato ai libri classici che riempiono quasi tutte le stanze della mia casa.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non riesco a seguire un romanzo letto da un altro. Questo forse avverrà quando sarò vecchio, rincoglionito e gettato in un letto per sempre. Trovo la cosa molto noiosa. Per ora penso che sia bene usare gli occhi e puntarli sulle parole scritte sui fogli. A ciascuno il suo!

 

 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)