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15 Dic
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Intervista all'autore - Guido Leoni

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Non c'è molto da dire: sono nato in un ospedale per malattie infettive, nei pressi di Rovereto, sono sempre vissuto a Riva sul Garda, escludendo dei brevi periodi in cui sono andato all'estero per lavoro o in altre zone. Come sono cresciuto? in un periodo poco felice, la mia infanzia e le scuole furono durante la guerra, sinceramente non fui molto fortunato, superai gli esami di quinta elementare, come si può dire: a calci in culo. Non ho avuto altre istruzioni se non quelle che ho tentato di recuperare dopo una lunga malattia, per tanto scusi l'espressione, ma come può comprendere non sono un letterato.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Per me è assai difficile dare un giudizio, è passato tanto tempo e i tempi sono cambiati. Io nonostante le difficoltà cercavo di leggere tutto quello che mi poteva capitare sottomano, in particolare mi piacevano i romanzi di Verga, ma pure altri, in particolare, quelli che piacevano a mia nonna, che aveva una passione per lo scrittore Cronin, poi mi piaceva leggere le commedie e tragedie di Shakespeare, forse non ho letto con molta attenzione, ma solo con passione.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono convinto che sebbene possa comprendere l'evoluzione dei tempi, il piacere di leggere un buon libro e sfogliarne le pagine, non è paragonabile ad un freddo schermo.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non saprei, credo che lo scrivere sia una passione che nasce dentro istintiva, almeno per quanto mi riguarda, forse per chi ha studiato può essere una ricerca per soddisfare la richiesta del pubblico, però per un illetterato come me è il piacere di veder nascere una propria idea, un ricordo lontano un'emozione dimenticata.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
A scrivere questi miei brevi romanzi, precisamente il desiderio di scrivere e forse in due d'essi il ricordo di qualche fatto accaduto veramente, che la fantasia mi porta a scrivere d'istinto, considerando che li ho scritti anni fa.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
A chi si prenderà la briga di leggere i miei scritti, di leggerli con il cuore e non con la mente, perché è così che li ho scritti. Che altro potrei dire? solo scusarmi se non incontrerò i loro gusti letterari.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Credo proprio di dire che era un lontano sogno nel cassettone, di quanto ho fatto pubblicare sino ad oggi, la maggior parte l'ho scritta anni fa, qualcuno dei miei racconti più brevi sicuramente prima d'aver diciotto anni, ma come ho accennato scrivo d’istinto e credetemi, molti dei scritti a mano, dato che la mia scrittura era tanto pessima, non li ho saputi decifrare.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Per me, ogni cosa che scrivo mi dà piacere, a volte per mimetizzare certe realtà, altre per rammentarmele meglio, se si scrive per piacere sono convinto che ogni cosa che si scrive è importante e se la rileggi ti può commuovere.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No! Generalmente penso a qualche evento, e le vicende dei personaggi escono da soli si formano hanno una loro vicenda ed io li seguo, poi se mi portano ad un finale oppure no, dipende da loro, ma la maggior parte delle volte si stancano e mi lasciano finire, che m'è accaduto di non riuscire a portare a termine, sono stati quei scritti dove volevo raccontare la realtà e vicende della intricata vita dei miei avi, quei personaggi mi raccontavano tutto e pure la fine, ma a me piace la sorpresa.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Non saprei, ce ne sono stati parecchi, di grandi scrittori, come di scrittori di semplici avventure, sinceramente alla mia età si rammentano episodi, ma si dimenticano i nomi, dovrei spulciare fra i libri che ho per casa, e non farei altro che copiare i nomi e i titoli, e me ne vergognerei molto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Che è il futuro, questa domanda mi fa venire in mente che cosa mi disse mia nonna poco tempo prima di morire, lei non vedeva più tanto bene, ma amava i suoi romanzi, così io glieli leggevo, un giorno mi disse: "Guido, mi fa piacere che tu me li legga, ma non è la stessa cosa quando lo leggevo io, allora io entravo nella trama, ora è solo la tua voce che ripete quanto c'è scritto.
 

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Sabato, 15 Dicembre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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