Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

27 Ott
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Antonio Insardi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
93 anni sono lunghi. La mia vita, da quando sono nato è stata cosparsa di gioie, di dolori, di giorni meravigliosi e di momenti veramente critici, vicini alla morte, durante la seconda guerra mondiale. avevo 18 anni e nel settembre del '43 solo la fuga e la presenza dei partigiani scesi dalle montagne, fece in modo che io arrivassi a questi 93 anni. Nato a Colfelice, provincia di Frosinone, in piena Ciociaria, passavo i miei giorni da bambino e ragazzo tra giochi (pochi allora e bisognava anche inventarli e qualche volta, in mancanza di ragazzi, mi aggregavo con le ragazze a giocare a 'campana').
Le mie preferite erano le palline di vetro, che servivano anche a fare le gare, entro un solco scavato da noi. Ero un ragazzo irrequieto. Non stavo mai fermo. Ogni cosa mi divertiva ed ero pronto a provare, incosciente delle conseguenze. Per questo, porto sul mio viso la conseguenza delle mie gesta (un naso camuso) rotto a 5 anni, battendolo violentemente sul bordo di una carriola che volevo trasportare con un amico di 4 anni dentro. Altri segni della mia irrequietezza li ho sulla testa e a un piede, che mi fu tagliato (come uno scherzo) dalla sega elettrica funzionante. Dopo la guerra ho continuato a studiare come potevo. Nel 1955 trovai lavoro e nel 1965 mi sposai. Ho una figlia sposata, che mi ha dato due grandi nipoti (io non sono il nonno che li vizia come leggo ogni tanto.) Li adoro e sto con loro quanto più tempo possibile. Nel 1970 cominciai a scrivere poesie, per completare il tempo libero che mi restava... continuo a farlo e ho aggiunto anche il desiderio di raccontare storie inventate e fantasiose, a volte prese dalla realtà, come il caso del libro "SENZA LEGAMI E SENZA ONERI". A 60 anni mi hanno messo a riposo e ho più tempo per leggere (almeno due libri al mese) e a scrivere, non più con la macchina per scrivere, come allora, ma adoperando l'ultima 'scatola magica' del terzo millennio (Personal Computer), scrivo i file e poi li stampo. Su Internet c'è di tutto, anche quello che non ci dovrebbe essere, perché lo usano anche i ragazzi. Ma oggi a questo nessuno fa caso. C'è sempre un'etica personale, oltre all'etica di chi ci lavora. Una buona parte dei miei 93 anni, c'è e alcuni particolari si possono anche tacere. Penso di aver risposto alla domanda!
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando, in mattinata, dopo le varie abluzioni, colazione e via dicendo, se non ho altri impegni, dalle dieci in poi, fino alle tredici, scrivo e mi diletto, quasi ogni giorno a scrivere almeno una poesia (ne avrò scritte qualche migliaio) finiscono nella casa di mia figlia e nelle case dei miei parenti, che, veramente sono tanti (ho nipoti che sono nonni). Alle tredici viene mia figlia e mi porta a pranzo da lei, dove rimango con i nipoti fino a tardo pomeriggio. Mi riaccompagna al mio appartamento, dove vivo solo (mia moglie è morta dieci anni fa), mi preparo la cena. (Quando serve uso la lavatrice e la lavastoviglie, come a suo tempo facevo con mia moglie (ero il marito perfetto!!!). Dopo cena non guardo la TV. Mi metto davanti al Computer, che mi dà anche le notizie del giorno e poi 'navigo', come Noè nella sua 'barchetta' piena di animali, aiutato dalla sua famiglia. Siccome amo tanto il mio Paese, Colfelice, spesso mi collego col suo 'portale', così vengo a sapere quello che vi succede. Sono anche a contatto col Sindaco, un carissimo amico, gli mando qualche E-MAIL e lui mi risponde. Il nostro richiamo è "AVEZZANO CHIAMA COLFELICE" e Colfelice risponde puntualmente. Spesso gli mando le mie poesie. Il Sindaco è un preside in pensione... mentre io sono un povero scribacchino!
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Una preferenza, veramente, non la ho... Chi mi accontenta diventa mio Editore. Vito Pacelli, già una volta fu da me interpellato per la stampa di un romanzo. (Causa la guerra ho lavorato pochi anni e la pensione è proporzionata). Egli mi chiese, rispetto al lavoro di Editore , - il quanto - per l'edizione del libro, non era proporzionato alle mie capacità finanziarie. Ho fatto stampare altri libri con un prezzo accessibile.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Sia le mie poesie che i racconti o storie, nascono dalla realtà della vita. Questo libro, nacque uno o due anni fa, perché, in TV, riportarono il 'fattaccio' di un povero 'barbone', il quale, coperto da un grosso cappotto, dormiva su una panchina di un giardino pubblico. Tre figli di Satana, (perché solo lui spinge l'uomo -giovane o adulto - a fare certe “azioni eroiche”!!! contro chi è già misero e indifeso), lo bagnarono con la benzina e gli diedero fuoco. Il calore lo svegliò, si tolse di dosso il cappotto, giacca e pantaloni ed ebbe salva la vita. I tre 'coraggiosi' figli di Satana, erano spariti nelle tenebre dove si nasconde il 'fifone' quando ha paura di essere riconosciuto.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Già prima della guerra ero stato ben preparato alle varie cognizioni. Ho prima di tutto imparato a conoscere le mie capacità mentali, di spirito, di ricerca e di assimilazione. Ho avuto grandi maestri nei 'Padri' del libro CUORE  e le 'AVVENTURE DI PINOCCHIO '. Italiani. Allora, c'era stato anche Jules Verne con i suoi tanti racconti e quello che mi è rimasto più impresso è "Dalla Terra alla Luna". E come sappiamo, nel 1969, l'Americano Amstrong, mise piede sulla luna (il suo piccolo passo - il grande passo dell'umanità) che si spiegò ampiamente il giornalista Rai Tito Stagno. Leggo molto e leggo di tutto. Mi piacciono tanto i racconti di fantasia, ma dietro ai quali c'è comunque la realtà, il passato. Come non si può scrivere senza conoscere l'alfabeto e il modo di mettere insieme le lettere per creare delle parole; neanche si può raccontare un fatto, un episodio, se non, nel passato, non ci sia stato qualche cosa del genere e da dove poi si può creare.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è stato sempre un passatempo. Non sono un 'letterato', non scrivo per fare della 'letteratura'; scrivo per far funzionare il cervello, il quale, alla mia età, cerca di fare le 'bizze'! Per questo è sempre fresco e aperto. La memoria segue il continuo leggere e prende le storie del passato e cerca di ricordarle nel complesso. Ricordo bene tante date importanti (faccio un esempio: sappiamo che le vie e le piazze sono in genere intestate a dei personaggi o storie del passato. Guarda caso, come ho scritto, sono nato il... 20 SETTEMBRE DEL 1925 - E questo XX SETTEMBRE É DIVENTATO UNA STRADA O ANCHE UNA PIAZZA - Perché questo XX SETTEMBRE ? Perché fu il giorno - XX Settembre 1870 – in cui i bersaglieri italiani, entrarono attraverso Porta Pia a Roma e sbaragliarono i soldati del papa Pio IX , il quale si era asserragliato nel Vaticano.
Non tanto l'evasione, quanto il piacere di scrivere, la voglia di raccontare tutto quello che mi passa per la mente. Le poesie, sono racconti della vita, dell'essere dell'uomo, dei nostri difetti e delle nostre virtù. Per esempio "IGNORANTE MA BENESTANTE ", "LA VITA É POESIA" , "LA SELVA DI COLFELICE", "I MIEI PRIMI 90" DEL 2015. Parto dalla realtà, per far funzionare la fantasia. “SENZA LEGAMI E SENZA ONERI" è tutta fantasia, nata dalla realtà del fatto. Non sono mai andato dietro a un barbone per vedere come vive. Scrivo per divertirmi e nello stesso tempo tirare fuori i pensieri che mi frullano per la testa.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di quello che ho scritto c'è molto di me, della mia fanciullezza, la gioventù, la vita sociale dentro la quale mi sono sempre trovato, la vita di famiglia, anche del carattere, direi, senza falsa modestia, sono stato sempre un uomo pacifico, sempre pronto a gridare per la pace; ma ripudio i prepotenti, i falsi, gli ignoranti che mancano di educazione e gli impiccioni, quelli che vogliono sapere sempre i fatti degli altri.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No! Scrivo sempre da solo e, non chiedo consiglio a nessuno. Come ho detto, scrivo per diletto, per divertirmi a scrivere, divertirmi a tirare dalla mente tutto quello che c'è e non m'interessa sapere come viene. Non ho fatto mai vedere le 'brutte copie', come si è sempre fatto, a nessuno. Le metto direttamente nei file e li blocco, per non perderli (qualche volta mi è successo di aver scritto la sera, chiuso il Computer e il giorno dopo lo scritto non c'era più, è perché non l'avevo bloccato. Ho appreso piano piano come usare questa 'scatola magica' , giocattolo dell'uomo del XXI secolo. Come prima 'scatola magica, negli anni 20 e 30 ci regalarono la Radio e ci si chiedeva, da ragazzi, chi c'era là dentro che parlava?!
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
È un amico, al quale raccontai la storia. Era un manoscritto e non mi sembrò il caso di portarlo in giro per farlo leggere.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook è un ritrovato comodo per qualcuno e un modo di chiamare il lettore che spesso, non legge per non tenere in mano il libro. Per altri, in esso non c'è più gusto, proprio perché non sente in mano il collo del libro. Come l'occhio si nutre di quello che legge, anche la mano accarezza il libro tenendolo ben stretto; cioè, piace sentirne la presenza materiale, la mano piena di quello scritto che la mente sta divorando.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
É come nel passato quando le storie si trasmettevano da padre in figlio, quando ancora non esisteva la scrittura. É come, raccontare a un bambino un libro per l'infanzia che abbiamo letto. Ascoltare: ma già si ascoltano tante storie giornaliere della vita quotidiana. Ai pigri può anche piacere. In poltrona, gli occhi chiusi, ascolta quello che sta scritto sul libro e che una voce, più o meno melodiosa e accattivante, gli fa arrivare alle orecchie... sperando che non si addormenti.
 
 
 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Sabato, 27 Ottobre 2018 | di @BookSprint Edizioni

1 COMMENTO

  • Link al commento Antonio Insardi inviato da Antonio Insardi

    Dovrei commentare "me stesso" ... Già è tanto quello scritto in questa intervista.
    Invece voglio dire perché mi trovo qui, con tutte queste "scrittrici e scrittori": si son fidati (compreso me) della gentilezza e la maestria dell'Editore di questa prestigiosa Casa Editrice "BookSprint Edizioni" e di tutti i suoi collaboratori, per affidare loro i propri pensieri, che loro poi hanno racchiuso in un "Libro", con Copertine stupende, carta di grande pregio, contenuto ben regolare e leggibile - il loro capolavoro - . Insieme ai migliaia di autori e autrici, mi complimento con loro e li ringrazio.

    Lunedì, 29 Ottobre 2018 19:07

Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)