1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Frascati in una famiglia di modesta levatura economica, onesta e dedita ai lavori anche di grande sacrificio. Appassionato da sempre alla lettura di romanzi di autori vari mi ero ripromesso, una volta esaurito il mio ciclo lavorativo, di tentare la stesura di un manoscritto dove poter inserire, fantasticando, parte dei racconti raccolti nei ritrovi del paese dove erano soliti radunarsi, almeno tanti anni fa, gli anziani davanti ad un bicchiere di vino e trascorrendo il tempo in interminabili partite con le carte piacentine.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dalle nostre parti è d'uso affermare che passati i sessant'anni il tempo che si dedica al sonno è molto breve e a conferma di questo, da quando sono entrato in quiescenza, trovo che la compagnia della notte, con i suoi silenzi ed i suoi profumi, sia adatta per concentrare i miei pensieri su quei ricordi che passo in rassegna costantemente e che cerco di riversare nella scrittura.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piacciono gli autori contemporanei e attualmente seguo con interesse le opere di Dan Brown ma non disdegno autori molto prolifici come Wilbur Smith e Clive Cussler.
4. Perché è nata la sua opera?
Credo che portare a conoscenza dei lettori particolari su quei paesi che circondano la Città Eterna serva a risvegliare un interesse culturale su luoghi che vivono per lo più di raduni gastronomici e di sagre.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo. Mio padre scriveva poesie e racconti in dialetto frascatano pubblicate su giornali di allora come "RUGANTINO", "CASTELLI ROMANI con il grande direttore Misserville che ho avuto il piacere di conoscere, e "IL TUSCOLO" un giornale locale diretto sapientemente dal dott. Toffanello. Parte dei suoi scritti sono inseriti in una pubblicazione edita da "AMICI DI FRASCATI", una associazione di interessi locali.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Mi piace fantasticare e, pertanto, nel mio manoscritto ho solo provato a trasportare su carta tutte quelle "fantasticherie" alle quali da giovane davo molta importanza perché affascinato dai racconti degli anziani.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Personalmente niente ma ho cercato di aprire quel baule nel quale si assiepano tutti quei ricordi che la mente non riesce a dimenticare.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
L'incoraggiamento di mia moglie è stato costante così come quello di un caro amico e collega che mi ha spronato a continuare quando avevo deciso per un po' di accantonare quello che stavo scrivendo.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Nella copertina del libro ho scritto il suo nome Roberto CAPPARELLA perché mi ha coadiuvato nella correzione del testo e mi è stato sempre vicino consigliandomi con sapiente acutezza.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Per me rimane il libro perché amo l'odore della carta stampata e stringere tra le mani qualcosa che mi appartiene.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non so che dire anche se dai miei nipoti mi sento dire che il mio tempo è passato e che dovrei smettere di collezionare e comperare libri e avvalermi delle nuove tecniche propositive.