1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono architetto ma mi definisco un tuttologo, scrivere questo libro è un ennesimo tassello a tutto quanto ho sin qui fatto nella vita, sono friulano affascinato dal mondo e da quello che al suo interno si può vedere e fare.
Ho deciso di diventare scrittore a sessantasei anni perché costretto in ospedale per una quindicina di giorni nei quali, non potendo seguire i cantieri, non potendo andare nel bosco, non potendo viaggiare, non potendo intraprendere nuove iniziative, ho messo nero su bianco; era l'unica cosa che mi era permesso fare, a dire il vero era da molto tempo che avevo in testa l'idea di raccontare la mia rocambolesca vita lavorativa ma non avevo mai trovato il tempo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nessun momento, sin tanto che ho forza faccio tutt'altro.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi è piaciuto molto Mauro Corona dei primi libri quelli dove "Il bosco sembra che parli attraverso la penna di Corona", come diceva il grande Carlo Sgorlon.
4. Perché è nata la sua opera?
Mi rendevo conto che quello che ho fatto in giro per il mondo non è stato un lavoro normale per cui sentivo il desiderio di raccontarlo, è rimasto tutto nell'angolo delle idee sino a quando l'ospedale mi ha calmato distogliendomi dai lavori quotidiani, qui ho trovato il tempo per scrivere quello che sino ad allora era stata solo un'idea.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tutto, ho fatto mille cose delle quali oltre il 30 % è meritevole di essere raccontata perché fuori dai canoni del vivere quotidiano
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
É un modo per raccontare la realtà, anche se mi piacerebbe scrivere evadendo dal quotidiano, ma questo per il momento è solo una delle tante idee.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è la reale biografia di parte delle mia vita.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, mia madre, è una divoratrice di libri ma anche critica, le feci leggere le bozze dei primi tre quattro cantieri ed il giorno seguente mi chiese il seguito, lei che della maggior parte dei libri che le regalavo mi diceva essere dei mattoni, qui ho capito che ero sulla strada giusta e che dovevo continuare.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie che, al contrario di me, frena sempre ogni iniziativa e meno male se no chissà quante volte sarei andato a sbattere.
Ma in questo caso si è dimostrata favorevole.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Senz'altro, parlo per me, sono anch'io un divoratore di libri durante i miei viaggi, treno aereo, ma il cartaceo è ingombrante e poi se non ti piace non lo puoi cambiare e ti addormenti, con l'ebook hai la libreria a tua completa disposizione ed è meno costoso.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro era una delle mie tante idee che avevo ancora nei lontani anni sessanta, passando ore in auto mi era balenata l'invenzione di brevettare le letture di libri per metterle su nastro, a quei tempi c'erano solo quelli, per poi ascoltarli in auto al posto delle noiose canzonette. Ricordo che quando viaggiavo in Italia c'era un canale sulle onde medie di Rai 3 che trasmetteva letture di classici, naturalmente con le inevitabili interruzioni in galleria e nelle zone meno coperte.