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10 Mar
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Intervista all'autore - Anna Maria Vantini

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nata e cresciuta sulle sponde del Lago di Garda, in un ambiente intriso di storia e leggende popolari.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Sicuramente direi di leggere "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman, ma credo che forse gli adolescenti di oggi non lo adorerebbero quanto me alla loro età, benché non sia passato poi così tanto tempo!



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Io credo che la lettura sia fondamentale nella vita di un individuo e non è importante il supporto, bensì la voglia di leggere. Da un lato per l'e-book c'è anche un minor consumo cartaceo, dall'altro manca la chimica di tenere un libro di carta tra le mani. In ogni caso, il punto è che si DEVE leggere, il mezzo per me passa in secondo piano.




4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

La scrittura non è nessuno dei due, o meglio, credo profondamente che sia una loro sintesi. La voglia di scrivere e di esternare nasce quasi all'improvviso, prima di toccare la penna o la tastiera del computer ci vuole comunque del tempo.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Mi ha spinta la voglia viscerale di raccontare ciò che i manuali di storia ci insegnano trattandone solo alcuni aspetti, spiegando determinate fasi e cercando di esprimere il pensiero dell'epoca tramite esse.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Vorrei tanto che guardasse con riguardo il passato per camminare verso un futuro con una piccola consapevolezza in più, nonché dire che in cento anni non ci siamo scostati troppo dai nostri avi. Questo però è un obiettivo che non si può esaurire nelle mie poche pagine.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Credo di averne preso coscienza nel momento in cui spiegare a voce e solo nelle ore di ripetizioni, non mi bastava più, dovevo parlare a più persone, raccontare ciò che ho imparato e che ormai fa parte di me a molti.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Certo che sì! Ho incontrato di persona due storici, di cui celo il nome, che mi hanno stimolato nella ricerca. Oltre a questo, un docente mi disse: "Se hai qualcosa nel cassetto, pubblicalo! Poi se piace bene, altrimenti comunque ora è fuori dal cassetto", molto simpatico oserei dire.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Certo, dalla prima all'ultima parola. Temevo il giudizio, la critica, la mia presa di posizione. Poi ho creduto che è comunque un libro e che se piace verrà comprato, altrimenti no. Dunque mi sono decisa.



10. Il suo autore del passato preferito?

Giacomo Leopardi direi ora. Ma come si fa a preferirne uno quando anche Alessandro Manzoni, Antonio Fogazzaro, Eugenio Montale - da qui potrei non finire più di enumerare autori - mi hanno insegnato tanto? Oggi dico Giacomo Leopardi, tra una settimana potrei dire Salvatore Quasimodo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

La trovo assolutamente un'ottima idea per chi magari è indaffarato in lavori manuali e non può permettersi un attimo di riposo per leggere seduto o per chi non può leggere per motivi di salute oppure semplicemente per i pigroni. Come dicevo precedentemente, quel che conta è leggere, il supporto è effimero.



 

 

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Giovedì, 10 Marzo 2016 | di @BookSprint Edizioni

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