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10 Set
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Intervista all'autore - Margherita Tomasello Terrasi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Vivo a Palermo e fino a novembre 2014 dirigevo l'azienda di famiglia che era nel mercato alimentare dal 1910. Purtroppo la crisi ci ha investito ed abbiamo dovuto chiudere, ed io mi sono dovuta reinventare. Quindi ho deciso di fare quello che mi piaceva di più: La scrittrice. Oggi ho già quasi terminato il secondo libro e la sorte ha premiato anche la mia professionalità trovando un lavoro in un'azienda altamente tecnologica ed entrando a far parte di un cda di un 'azienda municipalizzata.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

La notte. Essendo molto impegnata fra lavoro e famiglia, dopo un sonno ristoratore che dura circa 4 ore, riesco a lavorare al mio libro dalle 2 alle 5 del mattino per poi riposare per iniziare la mia giornata alle 6,30. la notte porta tante idee ed ispirazioni. Per me è il momento più propizio.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Variano secondo i miei umori. A volte mi piace leggere Coelho, ed a volte mi piace Fabio Volo. Dipende dai miei stati d'animo!



4. Perché è nata la sua opera?

Perché sono molto cristiana e non comprendo le differenze che ti portano all'odio. Mi fanno paura le persone che odiano soprattutto per ragioni religiose. Sono stata in Israele ed ho sentito sulla mia pelle la differenza che si vive fra Cristiani, Ebrei e Musulmani. Ho avuto la necessità di dare un messaggio di vera fratellanza.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Molto. Ho sempre avuto grande curiosità per le cose che non conoscevo e quindi ho voluto ancora di più studiarle per dare un senso più forte al mio credo. È facile essere Cristiani per educazione. Bisogna esserlo per convinzione, per esperienza vissuta e per conoscenza. Non è una eredità ma una consapevolezza che arriva con le esperienze vissute.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me è un modo per raccontare la realtà ed un po’ se stessi. In ogni libro anche quello più fantasioso c'è qualcosa dell'autore, della sua vita reale, del suo modo di essere.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Molto. Io mi sento la testimone del mio racconto l'ho scritto non solo con le mie mani ma, con il mio cuore e la mia mente.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Non vorrei peccare di presunzione, ma di notte, mentre scrivevo, da sola, nel silenzio, a volte rileggevo le frasi e quasi mi stupivo di vederle come nuove. O forse era la stanchezza, non lo so, sta di fatto che ero sola, ma non mi sentivo così sola!



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Ad un mio amico che mi ha sempre ascoltato!



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Spero di no, anche se penso che una buona fetta di mercato si sta ormai spingendo sull'e-book. Le sensazioni che ti trasmette un libro non potrà mai dartele un e-book



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non mi piace. Mi piace dare alla mia mente, alla mia immaginazione la cadenza, il suono, la sensazione di un libro. Però anche qui la tecnologia va avanti e non si può certo fermare.



 

 

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Giovedì, 10 Settembre 2015 | di @BookSprint Edizioni

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