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BookSprint Edizioni Blog

25 Mar
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Intervista all'autore - Serena Accàscina

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere é importante, anzi vitale. In un periodo oscuro della mia vita ho iniziato a scrivere ogni sera poche righe sui fatti successi in quel giorno. Ho scoperto che mi faceva bene. Poi, avendo sempre avuto molta passione per la lettura, ho iniziato a scrivere poesie e racconti. Ciò mi permetteva di dare sfogo alle mie emozioni, ma cercando una forma letteraria, quindi i sentimenti uscivano purificati, in un lessico cercato e con personaggi di fantasia, costruiti da me. Potevo guardare me stessa negli occhi, ero io tutti quei personaggi? Era come inventarsi dei sogni..
Poi ho pensato che quel che scrivevo poteva servire a qualcuno, per sentirsi rappresentato...
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Naturalmente la vita reale c'entra sempre in qualche modo: ma i personaggi sono tutti inventati. I fatti possono essere presi in certi aspetti dalla realtà, ma cambiando molte cose e mettendoci molta fantasia, in modo da renderli irriconoscibili.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Finora avevo scritto solo poesie o saggi letterari. Scrivendo questo mio libro giallo, ho voluto dare corpo ad una sensazione che spesso ho avvertito. È la sensazione che in realtà siamo tutti un po' assassini e siamo tutti un po' commissari o marescialli… vale a dire che in noi esistono delle pulsioni di odio che ci porterebbero ad uccidere, se non intervenisse il bene, rappresentato qui dal maresciallo Lorusso, ad impedircelo.
Ma, come diceva un grande scrittore russo, dobbiamo prendere atto che nel peggior criminale c'è una scintilla di bene, come nell'uomo più onesto e probo c'è una scintilla di male.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta è stata semplice. Prima ho inventato le storie che erano già dentro di me e urgevano, poi ho cercato un personaggio che potesse dare unità a tutti questi racconti. E così è nato il maresciallo Lorusso, siciliano come me.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza dubbio un classico, penso a Dostoevskij, a "I fratelli Karamazov" che pure é un giallo, oltre che un libro di enorme fascino. Poi Manzoni e forse Kafka. In questi scrittori c'è il lato oscuro dell'essere umano, uomo o donna che sia, e c'è anche il bene. Ma bene e male si mescolano spesso nello stesso personaggio. E questo li rende interessantissimi. Poi dei contemporanei naturalmente Camilleri e Sciascia.
 
6. Ebook o cartaceo?
In un'isola deserta suppongo che manchi l'elettricità, quindi necessario il cartaceo. L'ebook lo uso quando devo andare via da casa e non posso portarmi molti libri, per esempio in vacanza.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Veramente non l'ho deciso, la scrittura l'ho sempre avuta dentro, e finora non avevo mai tempo, c'era il lavoro, la famiglia, ma nei momenti liberi scrivevo per me. Ora che ho un po' di tempo ho deciso di dare spazio a quel che sempre, fin dall'infanzia ho sognato.... scrivere!
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'aneddoto, anzi le storie nascono quasi tutte in Sicilia, quando andavo in vacanza dai parenti. Ascoltavo in silenzio tutti i pettegolezzi del paese e mi piaceva sentirli raccontare, secondo me erano in gran parte inventati. Poi un amico mi raccontò la storia dei soldi neri da una parte e normali dall'altra. Secondo me si era inventato tutto per non dover restituire un debito. Ma l'invenzione era così carina che ho deciso di scriverci un racconto. L'ho fatto leggere ad alcuni amici ed piaciuto, era completamente falso, ma anche verosimile, come dice il Manzoni. La storia può essere vera o verosimile. Naturalmente perdonate la citazione colta. Non voglio certo paragonarmi al nostro illustre scrittore.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova una sensazione di gioia: "finalmente troverò qualche lettore, magari mi basterebbero 25, stando sempre in tema manzoniano.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un amico scrittore e poi mio marito. Mi hanno entrambi incoraggiato.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi hanno regalato da poco sei mesi di audiolibri, da ascoltare col telefono. È meraviglioso! Non ci si stanca la vista e inoltre la lettura fatta da un attore rende il libro ancora più interessante.. Andrebbero fatti molti audiolibri, da ascoltare nei lunghi viaggi in macchina, anche i classici. In tal modo la gente potrebbe leggere senza stancarsi e imparando dai grandi scrittori molte cose.
 

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Lunedì, 25 Marzo 2019 | di @BookSprint Edizioni

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