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17 Dic
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Sotto l’albero metti "Sognando la Birkin"

Un libro frizzante e spassoso per conoscere i luoghi della moda e il mondo che c’è dietro.

Tre mesi per scriverlo, due ore per leggerlo. Sognando la Birkin è senz’altro una bella novità artistica da impacchettare e regalare, magari in questi giorni sotto l’albero di Natale, o da leggere in treno o in aereo durante un bel viaggetto perché piccolo, comodo e… frizzante. E perché può fare da spunto per qualche idea regalo negli ultimi giorni di acquisti pre-natalizi.

Una favola moderna per tutte le amanti della moda e dello shopping, pubblicata dalla nostra casa editrice anche in formato ebook. Una storia bizzarra, fresca, nuova, che cela, però, un mondo insolito, alla maggior parte di noi sconosciuto, e che merita una qualche attenzione in più e un minimo di superficialità in meno.

 

La storia: Sharon Klain è un’attraente e simpatica ragazza italo-americana, amante della vita, forse un po’ frivola, e nipote di una adorabile nonna che vive per l’eleganza. Sharon si ritrova tra le mani, inaspettata, la fortuna del suo patrigno, magnate della finanza londinese: la sua carta di credito. Da amante dello shopping selvaggio, si lancerà all’esaurimento del cospicuo fondo del patrigno che, ovviamente, non gradirà. E, durante la ricerca del suo amore incondizionato (la “Birkin” di Hermès), le vicende comiche si succederanno in un turbine di allegria e spensieratezza, che mostreranno anche il lato più profondo e intimo di Sharon.
Come a dire: la moda e lo shopping non sono solo futilità, non sono solo apparenza.
Ne è convinta la nostra autrice, che ha scelto di presentarsi con lo pseudonimo di Patrizia B. Villfranche. Lavoratrice da oltre vent’anni proprio nel mondo della moda, ha viaggiato molto (New York, Tokyo, Londra alcune delle sue tappe obbligate e preferite) proprio per motivi di lavoro e ha avuto modo di osservare ciò che il suo mondo rende invisibile, cela, e l’ha voluto raccontare in un’intervista. «Trovandomi la sera, da sola, nell’hotel, senza nulla da fare, ho aperto il pc e ho provato a trascrivere quello che sentivo dentro, a livello emozionale, e da qui è uscita fuori una storia, un po’ romanzata e un po’ reality, su ciò che è accaduto o potrebbe accadere ad una giovane ragazza in questi contesti».
Una giovane ragazza come Sharon, appunto. Sharon esiste, ovviamente con un altro nome. «Il 90% di ciò che è accaduto è accaduto a lei, il 10% è un insieme di altre situazioni tutte comunque realmente accadute».
Sognando la Birkin è evasione, è libertà, è svago, è spasso, un modo che la Villfranche ha voluto regalarci per far «conoscere alle persone quello che può accadere nella moda, nel senso che non si immaginerebbero mai che ci siano persone che girano tutto il mondo in cerca di oggetti particolari, di oggetti del desiderio, e che comunque non possono capire quanto possa essere divertente possedere qualcosa. Una borsa, una macchina, uno status symbol. Sembrerebbe superficiale, ma poi in realtà non lo è, perché dietro le persone c’è tutto un universo, quindi noi non possiamo giudicare a prescindere dall’aspetto esteriore o solo dalle cose che le persone indossano o possiedono».
Sognando la Birkin è anche un modo per far conoscere «alla perfezione tutti i negozi più glamour di New York, Milano. Cercare così anche di avere un ricordo non solo di quello che si legge, ma proprio a livello visivo: chi legge questo libro conosce i negozi di cui si parla e le musiche che li accompagnano». E, magari, può visitarli proprio in questi giorni di shopping sfrenato.
Ma per Sharon non è finita qui. «Sto scrivendo il seguito, perché questa storia è lunghissima. Lei lascia delle cose in sospeso, per cui nel seguito, “Sognando la Bentley”, ci sarà tutto quello che lei riuscirà a conquistare nel mondo del lavoro e altre vicissitudine tragico-comiche».

 

 

Lunedì, 17 Dicembre 2012 | di @Dario D’Auriente