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01 Ott
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Intervista all'autore - Maria Grazia Gemelli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

L'unico modo per uscire dalla quotidianità. Il mondo non si riesce a toccare se non attraverso i nostri soggettivi specchi deformanti. Scrivendo, cerco di non fare finta che ciò che è scomodo non esista. Non desidero dire agli altri come devono vivere ma aiutarli a pensare prima di credere.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Soffro di un mondo fuori controllo, spesso, per me, in degrado. Non so se è sempre stato così perché io, mille anni fa, non c'ero. Mi sembra comunque che oggi l'umanità non stia usando le sue qualità più alte. "La vita è un racconto di un idiota e non significa nulla"; però Shakespeare c'era!



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Non perdere il contatto con la mia voglia di pensare a un qualche orizzonte migliore dove la fatica di vivere assuma su di sé qualche bellezza.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Il titolo è: “Il giardiniere solitario”. Tutti i personaggi del romanzo sono solitari e lasciati soli dagli altri perché ognuno interpreta i dilemmi morali a modo suo.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Con me vorrei Milan Kundera. In questo momento porterei i libri: “L'immoralista” di André Gide e “L'uomo in rivolta” di Albert Camus.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Da bambina. Nella mia mente si sviluppavano storie e le persone le vedevo come personaggi. Così trasformate, diventavano tutte amabili e perfino l'orco aveva un suo posto.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Molti scienziati ci dicono che la specie umana è sulle soglie dell'estinzione se non fa marcia indietro sulle scelte ecologiche strategiche. Ci si prospetta un'Apocalisse con venti milioni di migranti africani assetati e noi stiamo ancora a parlare di scontrini fiscali o di pettegolezzi politici e campanilistici. Mi sembra che molti facciano la scelta dell'inconsapevolezza. Una follia.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Alla fine non sono mai contenta. Ne scriverei subito un altro magari con gli stessi temi. Ogni scrittore aspetta il suo lettore ideale: quello che completa l'opera e la fa sua. In questo caso, i confini tra acqua, cielo e terra sfumano.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Dello scrivere mi piace la segretezza e l'assoluta solitudine. Forse anch'io, come i personaggi di quest'ultimo romanzo, sono un'anima solitaria. A libro finito, spero che capiti in buone mani.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Mi interessa sì e no.

 

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Sabato, 01 Ottobre 2016 | di @BookSprint Edizioni