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01 Feb
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Eliseo Davì e la sua "Societas", un ritratto della Roma antica

Tra le dieci opere in concorso per il premio “Casa San Remo Writers 2013”, “Societas” racconta del legame stretto tra amicizia e lotta di classe


Scritto in pochi mesi, all’età di sedici anni, “Societas” è uno di quei romanzi storici che colpisce subito l’attenzione della critica e dei lettori perché capace di trasportarti nella Roma di Nerone e di farti vivere le emozioni, a 360°, di un giovane in bilico tra la forte amicizia per il suo amico Kaese, giovane romano di origini povere, e il suo ruolo di appartenente ad una delle famiglie aristocratiche più influenti di Roma.


Riuscirà Decimo a mettere in disparte l’onore, il suo status sociale, la sua condizione di “privilegiato” pur di continuare a condividere la sua esperienza di vita con l’amico panettiere? O finirà per omologarsi, col passaggio dall’adolescenza alla fase adulta, a quel mondo classistico e spietato che era la società romana dell’epoca, per non rischiare di essere a sua volta emarginato?
Un racconto intrigante, pieno di colpi di scena, che ha come sfondo le vicende storiche della Roma imperiale, quella di Nerone, dal 60 al 68 d.C., anni in cui è forte anche la persecuzione cristiana e in cui le lotte per il potere si ingarbugliano giorno dopo giorno, per cercare di soffiare il trono tanto caro a Nerone.
“Societas” nasce nel 2010 ed è approdato quest’anno alla finale di “Casa San Remo Writers 2013” perché vincitore del concorso “Vota il tuo libro preferito” della casa editrice BookSprint Edizioni. A monte un lavoro molto dettagliato dell’autore di analisi dei testi storici dell’antica Roma, con un occhio di riguardo agli Annales di Tacito e al Satyricon di Petronio, e la voglia di ispirarsi allo scrittore Valerio Massimo Manfredi, vera fonte di ispirazione.
L’autore, il palermitano Eliseo Davì (da annoverare sicuramente tra i più interessanti scrittori emergenti del panorama nazionale), alle prese con gli studi scientifici per la maturità scolastica, ci racconta come nasce l’idea del suo romanzo storico, disponibile anche in formato ebook.

“Societas” indica la società ed indica questo parallelismo tra la società di oggi e quella del passato. Infatti è una storia ambientata nel passato, ma che potrebbe essere tranquillamente ambientata ai giorni nostri. Penso che la società romana e la nostra società moderna abbiano molte cose in comune. Ad esempio la globalizzazione: in tutto l’impero si usava la stessa lingua, la stessa moneta. Ma c’è di più. Anche la società romana è una società basata sull’apparenza e sulla forma, e non sui contenuti. È una società molto forte in cui le personalità si perdono, si appiattiscono”.
Ieri come oggi: amicizia e lotta sociale…
“In un certo senso la situazione oggi è ovviamente cambiata perché sono nati i valori dell’uguaglianza e dell’affermazione sociale dell’individuo, anche se questo in teoria, perché in pratica non è sempre così. Anche oggi viviamo in una società che è più della forma, dell’apparenza, che dell’essere, in cui si guarda più a quello che si ha e non ha quello che si è. Va avanti chi ha i mezzi per andare avanti, mentre quelli che hanno poco non riescono ad affermare loro stessi, e spesso devono adeguarsi a certe situazioni che non rispecchiano i loro ideali".
In “Societas” anche una chicca. Il vero nome di Roma. Non tutti sanno, infatti, che Roma ha tre nomi: quello ufficiale, che è quello che conosciamo tutti, quello sacro che è Florens, e quello segreto, che Eliseo Davì ci svela nel corso del romanzo.

 

Venerdì, 01 Febbraio 2013 | di @Dario D’Auriente