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14 Nov
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Intervista all'autore - Vladimiro Barberio

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nato a Bari il 29 maggio 1962 e ho 53 anni. Figlio di ragazza madre, la mia la mia infanzia è stata travagliata. Ho vissuto in alcuni collegi che definisco lager istituzionali, dove ho subito abusi di ogni tipo. Questa esperienza, ha cambiato la mia vita profondamente, ho imparato a lottare per i diritti umani. Sono attualmente Presidente dell’Associazione Nazionale Italo-Filippina Giustizia e Diritto e Presidente della Confederazione Multietnica Internazionale. Attualmente collaboro con le istituzioni, ho ricevuto riconoscimenti internazionali e nazionali e nel 2013 ho ricevuto dalla Provincia di Arezzo la Targa d'argento raffigurante il salone dei grandi (questo riconoscimento viene dato ai grandi personaggi che si sono distinti); sempre nel 2013 ho ricevuto una targa della Provincia di Firenze; il 2 giugno 2015 in occasione della festa della Repubblica (Palazzo Aperto) sala delle Feste Palazzo Bastogi in Consiglio Regionale Toscana ho ricevuto la medaglia d'oro del Presidente del Consiglio Regionale, per il mio impegno per aver aiutato i più deboli a garantire i diritti. Da piccolo pensavo di diventare scrittore, o avvocato ma il mio destino, ha deciso che dovevo aiutare chi ha bisogno.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Il momento che dedico alla scrittura è la sera prima di dormire.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Dante Alighieri.



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera è nata per far capire che quando si ama qualcuno devi sacrificarti e dare tanto amore, con gioia e speranza, finché la morte non separa.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

La mia formazione letteraria ha influito molto nella mia vita sociale, per cui nei momenti difficili della mia vita ho lottato con tutte le forze, per garantire ai più deboli i loro diritti, in un mondo in cui la giustizia sociale si sta sempre indebolendo verso un mondo pieno di ingiustizie e di cattiverie.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me è un modo per raccontare la realtà di tutti i giorni, dove basta guardarsi intorno per capire, che la vita di oggi non è facile, che le famiglie non arrivano a fine mese, la disoccupazione aumenta e i diritti vengono violati ogni giorno.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

C’è una parte di me nel mio libro, in cui parlo delle sofferenze di una coppia, e non solo parlo di diritti.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Sì la mia famiglia, i miei figli, e una persona speciale che non dimenticherò mai. Fondamentale è stato l’appoggio di un caro amico che si chiama Federico.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Il mio primo romanzo l’ho fatto leggere al mio direttore delle Acli di Bari, e poi alla mia famiglia.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Secondo me il futuro della scrittura è l'e-book.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

La nuova frontiera dall'audiolibro è molto importante perché ti da una visione più reale del racconto del romanzo.



 

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