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24 Ott
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Intervista all'autore - Federica Raineri

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Io abito da sempre in un piccolo paese in provincia di Brescia, ho frequentato l'istituto professionale ed ho un diploma di analista contabile, anche se crescendo mi sono resa conto di aver frequentato una scuola non adatta a me. Nella vita ho fatto molti lavori diversi, l'importante per me è sempre stata la mia indipendenza, ho lavorato in uno studio di commercialisti come impiegata, ho fatto la barista, ho lavorato in un supermercato, in un assicurazione e da 16 anni lavoro presso un poliambulatorio come receptionist a Brescia associato con l'Asl.

Adoro il mio lavoro, sono a contatto con gente di tutte le etnie, ho sempre pensato di poter girare il mondo, e invece di dietro una scrivania le popolazioni del mondo mi passano sotto gli occhi ogni giorno. Ho deciso di scrivere questo romanzo perché un mio grandissimo amico un giorno nel leggere una mia lettera mi disse, perché non scrivi un libro? Il primo impatto è stato quello di ridergli in faccia e l'ho fatto per molto tempo, ma poi mi sono messa a riflettere.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non c’è un momento preciso, mi piace scrivere soprattutto di notte, quando il mondo dorme e io riesco a prendere consapevolezza di quello che ho dentro, un lieve sottofondo musicale e le parole escono senza alcuno sforzo e soprattutto senza nessuno che interrompa o si intrometta in quello che io provo quando scrivo, quando dò vita ai miei pensieri.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Il mio autore contemporaneo preferito è Alessandro D'avena ed anche Federico Moccia. Vengono reputati spesso scrittori per adolescenti, ma il loro modo di scrivere, le parole e le frasi riportate nei loro libri fanno pensare, ti entrano dentro, non solo la storia, ma anche le riflessioni che i libri in se ti portano a fare, spesso è come se le loro parole siano in grado di far fermare il mondo per un attimo ed ascoltare la tua mente ed il tuo cuore mentre legge quelle meravigliose frasi che vorresti sentirti dire dal tuo uomo o da un grande amico. Un'altra grande scrittrice per me è Cecelia Ahern, i suoi libri sono molto particolari, le sue storie spesso strane ma ti rapiscono in modo assoluto.



4. Perché è nata la sua opera?

Inizialmente è stata una scommessa con un mio grandissimo amico, poi invece l'idea di poter scrivere ha sempre preso più spazio dentro di me. Così nel lontano 2008 ho iniziato a scrivere un po’ per sfogo un po’ per curiosità, per rendermi conto se veramente sarei riuscita a fare tutto questo. Così ho iniziato la mia avventura, di colpo le parole uscivano da sole senza pensare al senso della storia a quello che avrei voluto comunicare, ma la storia prendeva piede da sola. Inizialmente mi ero fatta una scaletta ed invece in questo libro non c’è nulla di quello che mi ero prefissata di scrivere. So solo che le parole si scrivevano da sole e così ho portato a termine il mio più grande orgoglio. Ribadisco io non mi considero una scrittrice, ma una persona che poi, alla fine ha solo voluto realizzare un sogno.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Purtroppo nel mio libro il mio vissuto ha preso piede da solo. Non volevo scrivere un libro dove le "cose" che mi stavano circondando in quel periodo l'avrebbero potuto rendere patetico od altro. Io avrei voluto scrivere un libro divertente dall'inizio alla fine, ed invece tutto quello che usciva dalla mia penna è stato incontrollato, così nelle mie pagine oltre alla fantasia si è insinuata anche la mia vita reale, forse in alcune parti ha preso anche il sopravvento.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me scrivere dovrebbe essere una evasione dalla realtà, ma spesso come è successo a me, le due cose si sono assemblate da sole. Non sono stata in grado di evadere del tutto dalla realtà, ma nemmeno di raccontarla al cento per cento.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

In ciò che ho scritto c' è una buona parte di me, soprattutto i sentimenti e le emozioni della protagonista, ed anche alcuni episodi che mi sono successi realmente.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Solo una spinta iniziale il mio grande amico Roberto, credo che se quel giorno non mi avesse detto: "Perché non scrivi un libro?" Forse non ci avrei mai nemmeno pensato, però durante tutta la stesura della mia opera ho sempre pensato a lui, soprattutto come punto di forza.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

La prima persona che ha letto il mio libro è stata la mia amica Barbara, premetto a lei non piace leggere e per me è stato un onore che l'abbia letto solo per aiutarmi e per "ascoltarmi"



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?

Purtroppo sì, l'ebook è già il presente e sarà sempre di più il futuro, anche se il profumo della carta stampata, i colori delle copertine, tenere stretto al cuore un libro è impagabile.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro? Utile per le presone a cui non piace leggere. O anche alle persone che non hanno molto tempo, però non mi convince, un libro deve risuonare nella propria mente ascoltando la propria voce, perché, secondo me alcune piccole sfaccettature frasi o parole se non sono lette con i propri occhi a volte si possono lasciare sfuggire o non darle il peso che si meritano.  

 

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Venerdì, 24 Ottobre 2014 | di @BookSprint Edizioni

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