1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sembra la cosa più semplice da chiedere ad uno scrittore, ma in realtà questa domanda apre un mondo alle emozioni provate.
Sono molte differenti tra loro ma accomunate da una buona dose di adrenalina che spinge la penna verso una frase o anche solo tre parole che mi restituiscono qualcosa di buono. È come se fosse una piccola missione di felicità.
E succede ogni volta che ho un'ispirazione. Poi l'adrenalina diventa un bisogno, una ricerca affamata di scrittura per avere esattamente quella sensazione di benessere. Non ho mai provato droghe, ma credo che comunque la scrittura possa creare dipendenza. La parte bella di essa. È come se fosse un dare e un avere col foglio bianco. Rovescio i miei pensieri e mi viene restituita una sensazione. E se quello che scrivo non mi piace, cancello e ricomincio.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Pochissimo. È presente qualche mia caratteristica caratteriale in Clarissa, ma in piccolissima parte. Ho proiettato in lei molte sfaccettature per me brillanti e che mi spingono ad essere una persona migliore. Non l'ho dipinta come irraggiungibile, anzi integerrima e moderna.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Onestamente per mesi ho chiamato l'opera "la mia creatura" perché l'ho fatta nascere, crescere e lasciata andare al mondo come se fosse mia figlia.
C'è un legame davvero profondo con questa storia.
Ci siamo alimentate a vicenda di emozioni pure ed autentiche.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non scelgo mai un titolo prima di tutto quando scrivo qualcosa. Mi viene l'idea durante il tragitto ed anche in questo caso, ho ritenuto che "il mio tutto la mia maledizione" fosse la perfetta descrizione della metafora che Carlo rappresenta per Virginia. Sinonimo di un rapporto di cui non se ne può fare a meno, nonostante tutto il resto urlasse il contrario.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Con me vorrei senza dubbio Enrico Brizzi. Mi sono innamorata di Jack Frusciante è uscito dal gruppo quando ero un'adolescente e da lì non si è più spostato dal mio cuore.
A parte questo ritengo che sia uno scrittore genuino, che ama la sua città e che non abbia assolutamente paura di raccontarsi. È per me un esempio.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo. Voglio sentire le pagine tra le dita. Voglio sentire l'odore che resta sulle pagine dopo che le ho lette. L'Ebook per quanto possa essere comodo in viaggio o durante un'attesa non potrà mai sostituire la bellezza della lettura di un libro acquistato in libreria. Io mi ricordo di tutte le volte in cui ho effettuato un acquisto. È insostituibile la curiosità di cercare tra i vari settori. Scaricare un ebook non ha lo stesso sapore.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi sono trovata a decidere di intraprendere questa carriera, è però un sogno a cui penso ogni giorno.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce da una storia travagliata che ho immaginato in un momento della mia vita in cui, per vicende personali, sentivo da una parte sofferenza e dall'altra voglia di pace. Ho avviato la vicenda scrivendo un brevissimo racconto in cui descrivevo un inizio molto passionale ed un finale lasciato un po' in sospeso, come se fosse lasciato in libera interpretazione, poi mi sono affezionata ai personaggi e non ho più smesso di scrivere. Volevo Virginia a volte affranta, altre fortissima, volevo Carlo lento ma deciso, volevo Clarissa complessa interiormente ma libera. Mi sono lasciata trasportare dalle loro contraddizioni per poi arrivare ad un finale che fosse la sintesi dei propri vissuti.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Provo un'immensa soddisfazione. È stato un processo ricco di emozioni. Mi ci è voluto un po' di tempo prima di realizzare che stava davvero divenendo un libro. Ne parlavo anche in modo leggero, quasi come se fosse il lavoro di un altro, da quanto non mi rendevo conto.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In anteprima non l'ho fatto leggere a nessuno. Ad oggi quindi sinceramente non lo so. Essendo pubblicato da pochissimo, credo che le persone che l'hanno acquistato siano in fase di lettura. Attendo i commenti.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
A mio figlio di 11 anni piacciono tantissimo. Certe voci poi, accompagnano in modo meraviglioso la storia. Personalmente preferisco leggere in autonomia, con le mie pause, le mie riflessioni e la libertà di tornare indietro e rileggere alcuni punti.
