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08 Apr
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Intervista all'autore - Alessandro Carlomagno

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono il papà di Antonio e Samuel ed ho trentasette anni! Vivo a Castelluccio Inferiore (PZ) e faccio parte del club dei coniugati da undici anni, assieme a mia moglie Annafranca. La mia attività lavorativa primaria è quella di conducente d'autobus, tuttavia dedico alla scrittura frammenti della mia giornata, frastagliati ma intensi. Sono diventato scrittore, il giorno che ho cominciato a scrivere per gioco...



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non vi è un momento preciso del mio quotidiano ove ritaglio uno spazio alla mia scrittura. A volte, anzi spesso, prendo appunti qua e là. Scrivo con il pensiero costantemente. Il pragmatismo della stesura avviene all'opposto del disegno che cerco di imporre alla mia mente; spesso anche nella confusione domestica, quando i miei piccoli bimbi giocano con acuti decibel di schiamazzi, cucio i miei pensieri e dono loro la forma scritta.




3. Il suo autore contemporaneo preferito?

La penna di Glenn Cooper a mio giudizio di semplice lettore, ha del fantastico! Pur argomentano temi difficili da descrivere, quale ad esempio l'inferno dei dannati, egli riesce a donare una lettura mistica ed emozionante. Ho incontrato nel mio cammino la scrittura di Carlos Ruiz Zafòn nell'ombra del vento, un romanzo bello e scritto con cura, anche se devo ammettere che Grégory Samak con il libro del destino mi ha fatto emozionare. Non ho un autore preferito, amo semplicemente la lettura e mi ispiro al meglio che gli autori come Mary Shelly hanno lasciato in eredità su carta, profumata di talento ed amore per la scrittura...



4. Perché è nata la sua opera?

“Gli Scatti di Clarice” è nata osservando i giovani studenti nel quotidiano. Il mio lavoro consiste spesso nel trasportare la futura classe dirigenziale verso il cammino istruttivo, a scuola o all'ateneo. Partendo dalla considerazione che il destino è un'idea e la vita è un immenso puzzle ove tutti componiamo un tassello, ho donato a Clarice, una studentessa al culmine degli studi in scienze della formazione primaria, la possibilità di affacciarsi dalla finestra del Mondo per indagare e ricercare se stessa, consapevole che l'indagine è il sale di ogni conoscenza. La protagonista, non proprio dal libretto universitario al top, rappresenta l'universo giovanile, fluttuane nell'era digitalizzata ma tuttavia bisognoso di credere nelle tradizioni secolari, quale il Natale, quello con la N scandita bene...



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Io non ho avuto una vera formazione letteraria approfondita, in quanto studente in istituto professionale. Definisco la mia formazione, un semplice desiderio da autodidatta di conoscere. La mia sete e fame di conoscenza non ha limiti. I luoghi dove vivo ispirano i miei pensieri, alimentando i sogni con scenari serafici, ma di mirabile fascino...



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Scrivere per me è fotografare i miei sogni per donar loro una vita generata da me stesso. Io non evado quando scrivo, mi catapulto completamente nei sogni e lo faccio con l'intensità dell'onda di marea. Il mio mondo è quello che condivido con il lettore del mio scritto...



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Durante la stesura del romanzo ho sognato tanto della mia fanciullezza, in particolare dei racconti che mio padre mi donava alla sera, quando in tavola riuniti per la cena si sorrideva. La mia mente è un vento burrascoso che soffia perenne e per tanto si è spinta a sognare l'oltre, un luogo mistico che vive parallelamente alle nostre vite. Ho scritto su carta puzzle della mia vita, ma al contempo ho dedicato molto al sociale ed al ricordo di due uomini eccezionali, i due palermitani: Falcone e Borsellino, per non dimenticare... E per non dimenticare ancora, il lettore incontrerà gli angeli della carta, bagnati dall'alluvione che schiaffeggiava a gran impatto la memoria stampata di secoli, in una Firenze del '66...



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Tutti i tasselli del mio puzzle sono essenziali. Non vi è un grado d'importanza che io sia in grado di assegnare. Certo è che ogni singolo componente del romanzo, rappresenta i valori conquistati nella mia vita ed in quanto tali, un dolce ricordo che ho condiviso assieme a Clarice.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

La mia prima lettrice è stata mia moglie Annafranca.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

L'e-book rappresenta il futuro! Il libro cartaceo, quello che scegli fra tanti e leggi con enfasi, amore e passione, non ha prezzo. È un regalo che fai a te stesso e come tale quando lo collochi all'interno della tua libreria personale, provi l'emozione di avere l'autore ospite nel tuo regno... Viva i libri cartacei, io li adoro!



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro trova ampio spazio nel mondo giovanile. È un ottimo rimedio per i tanti che non riescono a leggere in viaggio. Esso è il futuro e come tale lo condivido.



  

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