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16 Lug
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Intervista all'autore - Agata Bonanno -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, per me, è gioia e bisogno che nasce dal profondo dell'anima.
Sono convinta che l'arte della scrittura sia un dono attraverso il quale si liberano emozioni.
Durante la fase di scrittura di un libro vivo dentro i personaggi che lo raccontano e tutte le volte si stabilisce con essi un perfetto rapporto di empatia e di affezione.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro "Cafè Hugo de Paris" mette in luce le dinamiche sentimentali che riportano alla definizione del sentimento d'amore.
Amore inteso quale forte emozione affettiva, travolgente e incontrollabile, così come accade ai protagonisti principali del romanzo, Louise e Léon.
A Parigi, nell'ottobre del 1924, la vita dispone un incontro tra i due, stravolgendo letteralmente il "mènage" familiare di Louise.
Di reale, in questo libro, c'è il mio recente viaggio a Parigi e l'opportunità di celebrare il fascino intramontabile e la bellezza di questa meravigliosa città, teatro della storia.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere "Cafè Hugo de Paris" ha significato immergermi nell'epoca degli anni 20' del secolo scorso in una Parigi al passo con i cambiamenti e l'evoluzione del modo di vivere.
E' stato ripercorrere, attraverso il racconto, il periodo della prima guerra mondiale e del dopo guerra.
Ha significato infine la possibilità di poter trasmettere ai lettori il messaggio che
" le ore più preziose vissute nella vita sono quelle trascorse a seguire il proprio cuore".
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è avvenuta di getto nel momento in cui mio marito ed io ci siamo fermati per una sosta al Cafè Hugo a consumare una "croque madame" prima di proseguire per "Le Sacre Coeur".
Seduta al tavolo, con la bellissima vista di Place des Vosges di fronte, all'interno del locale quadri preziosi e ritratti importanti tra cui quello dello scrittore Victor Hugo, ecco che è nata l'idea di scrivere "Cafè Hugo de Paris".
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei circondarmi di molti libri classici e moderni, in modo da trovarmi, attraverso la lettura, in compagnia dei loro autori.
E, naturalmente, non dovrebbero mancare quaderno e penna per scrivere, e per raccontare magari proprio dell'avventura di trovarsi in un'isola deserta.
 
Ebook o cartaceo?
Apprezzo l'ebook per la sua funzionalità come strumento di lettura, ma preferisco sfogliare un libro di carta perché profuma di emozioni e mi avvince, trasportandomi dentro la storia che racconta.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Scrivo da quando ero bambina e ho iniziato a pubblicare i miei scritti da pochi anni, da quando ho trovato il coraggio di espormi al pubblico.
Ho scritto sempre per passione senza mai considerare il mio scrivere una carriera di scrittore, seppure ho pubblicato tantissimi libri e in particolare diciotto proprio con BookSprint Edizioni, Casa Editrice stimatissima, che ringrazio per la professionalità e la cura che mette a disposizione per i suoi autori.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come dicevo prima, stavo seduta al Cafè Hugo per una sosta, quando nella mia mente ho visto all'improvviso seduti a un tavolo vicino a un pianoforte a coda, Louise e Léon, i protagonisti principali del romanzo.
Da lì, l'idea di scrivere una irresistibile storia d'amore.
E a proposito di aneddoti, una persona mi ha detto che a me i viaggi fanno male,
"parce qu'aujourd'hui le voyage devient un livre".
Vero... è successo più di una volta che l'ispirazione a scrivere è derivata da un viaggio.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'emozione grandissima che mi arricchisce l'anima e fa di me una persona che continua a crescere, perché non si finisce mai di scoprire il proprio mondo interiore attraverso il piacere di raccontare.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio marito, che ringrazio sentitamente, per la pazienza e l'affetto.
Lui, ha partecipato alla stesura del libro nella parte storica degli avvenimenti della prima guerra mondiale, appassionandosi insieme a me alla bellissima storia d'amore che racconta "Cafè Hugo de Paris".
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia uno strumento efficace in alcune situazioni e un po' mi riporta al ricordo di quando alla radio, da ragazzina, ascoltavo i racconti a puntate.
Tuttavia il costo elevato per la sua realizzazione mi impedisce di usufruirne.
 

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