Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una valvola di sfogo, che dà vita a materiali creativi incredibili.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro è presente poco del mio vissuto, anche se sembra che la protagonista sia il mio alter ego.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stata una sfida contro la mia pigrizia e promuovere la generatività. È per me come un primogenito, un figlio.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo proviene da una canzone che ho scritto per una persona a me cara.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La Bibbia, per non sentire il peso della solitudine.
Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo, anche se mi rendo conto che i tempi sono cambiati.
Siamo invasi da oggetti, quando non ci saremo più gli oggetti seppelliranno le prossime generazioni.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho deciso dalla scuola elementare, nel momento in cui ho iniziato ad imparare le poesie di Pascoli e Leopardi volevo solo replicarli. Con il tempo questo desiderio si è trasformato in un diario, ed ora ho realizzato questo sogno.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
All'università mi innamorai di un attore napoletano, dopo aver fatto l'amore mi disse: "perché non scrivi un libro?"
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’emozione che non riesco a definire, come se avessi realizzato che esiste un ponte tra l'invisibile e il visibile.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ancora nessuno.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia un'ottima idea, per alfabetizzare le nuove generazioni che pare fuggano dalle lunghe storie.
