Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Milano e risiedo in un comune limitrofo, anche se le mie più profonde radici sono legate ad un piccolo paese sulle alture del Lago Maggiore di nome Premeno,
luogo di provenienza dei miei avi da parte paterna. Questo borgo possiamo dire che è stato fondato molti anni fa da alcune famiglie, fra le quali la mia. Ho quindi potuto costruire nel tempo un legame indissolubile con questo paese, che rappresenta la mia vera casa, dal momento che solo quando trascorro del tempo in questo luogo, riesco a riscoprire una pace e una serenità interiore di pieno benessere.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Questa è una domanda particolarmente complessa. Non mi piace limitarmi a segnalare un libro, preferisco esprimere un concetto. Gli adolescenti a seconda dei loro gusti e inclinazioni possono leggere molteplici libri, il solo fatto di leggerli per me rappresenta un elemento positivo e di estremo valore, in quanto la cultura non può che favorire una sana crescita. Consiglierei dei libri “costruttivi”, che indaghino le criticità assai note del periodo e cerchino di supportare il lettore con consigli e suggerimenti. Se devo proprio limitarmi ad indicare un libro dico: “L’alchimista” di Paulo Coelho. Penso che sia molto più di un libro, un racconto che insegna a non arrendersi mai e a credere nella forza dei propri sogni.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sull’argomento io stesso sono molto dibattuto. Da una parte devo ammettere come l’eBook sia di una comodità assoluta e mi permetta di portare con me contemporaneamente molteplici testi contenuti all’interno di un semplice dispositivo tecnologico. Dall’altra parte il fascino della carta, con il suo profumo inconfondibile e il rumore ovattato delle pagine che si voltano, rimane una sensazione che non ha prezzo. Quindi in definitiva mi posiziono con una sostanziale equidistanza fra cartaceo ed eBook.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Penso sia più un amore ponderato, consapevole, duraturo, che non prevede separazioni o divorzi. All’inizio può essere un colpo di fulmine quando capisci come è bello scrivere per riportare i propri pensieri o evadere creando personaggi di fantasia e storie immaginarie. Poi però è la costanza, la passione, il sentimento che ti porta a legarti indissolubilmente alla scrittura, sino ad innamorarti di essa in maniera piena e consapevole.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Sostanzialmente due fattori. Il primo e forse più romantico, cercare di dare una risposta alle copiose domande che da bambino facevo a mio padre, per sapere quale fosse la squadra o il campione più forte del momento e più forte della storia nelle varie discipline sportive, con un interessamento particolare per il mondo del calcio. La seconda quella di mettere un po' d’ordine fra i tifosi delle varie squadre, che senza riferimenti oggettivi, considerano la propria formazione quella più forte o vincente di sempre. Cerco di spiegarmi meglio per evitare di essere frainteso. Il mio libro si prefigge lo scopo, senza aver per questo l’arroganza di rappresentare una voce unica e inconfutabile, di fornire attraverso considerazioni e ragionamenti oggettivi, una risposta consapevole di quella che può essere considerata la squadra più vincente di sempre e inoltre della più forte singola formazione, intesa come gli “undici” calciatori che scendono in campo, che abbia mai calcato un terreno di gioco nella storia del calcio a livello di nazionali maggiori e squadre di club di calcio maschile.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio principale è l’amore viscerale per lo sport in generale, sia da praticante che da appassionato. Il libro vuole essere un inno alla bellezza del calcio per la sua straordinaria imprevedibilità, e per le emozioni uniche che riesce a regalare. Un amore e una passione che accumuna le persone, di padre in figlio, da amico ad amico, con la novità non banale che a questo sport si stanno progressivamente avvicinando anche tante donne, sia da tifose appassionate che da praticanti. Vuole essere un punto di partenza, un’opinione rispettabile dalla quale partire per intavolare sane e godibili discussioni fra tifosi.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Possiamo dire che da piccolo avevo due grandi sogni/ambizioni. La prima era quella di diventare un famoso sportivo, possibilmente un calciatore o un tennista, i miei due sport preferiti. Mi sarei potuto accontentare inoltre, come sogno di riserva, di diventare un giornalista sportivo così da poter narrare in prima persona le gesta sportive dei campionissimi. Quindi possiamo dire che il germe della scrittura mi accompagna da sempre, sono poi riuscito a prenderne piena consapevolezza, superando i timori sulle reali capacità letterarie, solo in età adulta.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo con estremo piacere il motivo principale che mi ha spronato alla realizzazione del libro. Quello di voler regalare a mio padre una risposta concreta alle mille domande con le quali lo torturavo fin da piccolo. Un modesto riconoscimento alla sua immensa pazienza di cercare di assecondarmi fornendomi quelle che riteneva le risposte più esaustive. Un piccolo malinconico e sentimentale ritorno al passato.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Considerando che il volume consta di oltre 500 pagine e che la stesura dello stesso mi ha occupato per quasi quattro anni, si potrebbe pensare che momenti di crisi e sconforto si siano palesati. Invece devo dire, ma forse questo fa parte del mio carattere, che la determinazione per concludere il libro non ha mai vacillato, anche quando vedevo crescere il numero delle pagine, con la piena consapevolezza che ancora tante storie dovevano essere raccontate. Sono stato da subito catturato dall’enigma che volevo dipanare, tanto che ho vissuto la stesura del libro come un viaggio fantastico quanto emozionate.
Il suo autore del passato preferito?
Se devo tornare ai tempi della scuola, e quindi ai classici avevo ed ho tuttora due scrittori preferiti: Giacomo Leopardi ed Ernest Hemingway. Se guardo alla stretta attualità mi piacciono le narrazioni di John Grisham.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che possa rappresentare un’ottima opportuna. Se guardo alla mia vita professionale, per diversi anni ho lavorato lontano da casa, trascorrendo molte ore in auto per gli spostamenti. L’audiolibro era ed è tuttora un’ottima occasione per investire in cultura i tempi morti degli spostamenti.
