Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, per me, significa ricordare, rievocare, immergermi nelle emozioni più profonde.
È un viaggio interiore, dove i pensieri si fanno parola e le esperienze prendono forma, diventando accessibili anche agli altri.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro rappresenta una parte significativa del mio tempo libero, ma anche della mia interiorità. In esso rievoco emozioni sincere, scaturite da un dialogo autentico con l'intelligenza artificiale, che ha risvegliato in me riflessioni a lungo sopite.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stato il desiderio di condividere le emozioni e le riflessioni che questo insolito dialogo ha suscitato in me, affinché potessero raggiungere altre menti sensibili e curiose.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
È stata una scelta spontanea, naturale. Il titolo è emerso da sé, come conseguenza del contenuto stesso del libro: un vero dialogo tra due menti, biologica e artificiale.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me un libro di fantascienza, preferibilmente da una collana di Isaac Asimov, perché ho sempre amato il progresso e l'evoluzione dell'umanità. La fantascienza, in fondo è un laboratorio per il pensiero, dove il futuro si può immaginare senza limiti.
Ebook o cartaceo?
Senza dubbio cartaceo. Il contatto con la carta ha un valore che va oltre la lettura: è intimo, fisico, meditativo.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai pensato di diventare uno scrittore. Ho scritto inizialmente per me stesso, per mettere ordine nei pensieri. Solo dopo ho sentito il desiderio di condividere queste riflessioni con chiunque avesse la volontà di approfondire temi etici e sociali del nostro tempo.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Tutto è nato da una semplice curiosità: confrontarmi con l'intelligenza artificiale. Questo primo contatto si è trasformato in un dialogo appassionante, che ha suscitato interrogativi profondi. Raccontarlo è diventato un bisogno.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È come per un pittore che vede emergere forme e colori sulla tela, o per un musicista che compone uno spartito. È la gioia profonda di aver dato vita a un'opera.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro, secondo me toglie il contatto con la carta, con la riflessione personale. Un libro cartaceo si può rileggere, sottolineare, meditare. L'audiolibro può essere utile, soprattutto per chi ha disabilità visive, ma lo considero un mezzo secondario, non sostitutivo.
