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29 Apr
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Intervista all'autore - Giuseppe Straticò -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Scrivo da quando sono bambino, ho sempre avuto una propensione molto forte per i sentimenti e quindi in seguito per l’analisi dell’animo umano e delle sue emozioni.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando una dolce vocina mi chiama. Se non la sento, desisto. Deve esserci sempre qualcosa che dà spunto.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non c'è. Sono un Leopardiano
 
Perché è nata la sua opera?
Penso che soprattutto oggi sia importante l’introspezione. Viviamo una quotidianità, che distrugge gli esseri più sensibili e confonde i più forti. Dentro ognuno di noi c'è grande ricchezza, necessita solo ascoltarla.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tutto. Ciò che scrivo è il sunto di ogni mia emozione, il suggello di ogni sensazione. Io cerco di donare ciò che sento e spero possa essere di aiuto ad altri nelle loro riflessioni e nel trovare forza nelle avversità.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È la maniera che ho per sintetizzare l’essenza che ritengo giusta al di là della parvenza.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il dolore
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Un’amica
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
È un nuovo ed ottimo mezzo di divulgazione, ma nulla dovrà mai sostituire la carta e la penna, in esse vige il raccoglimento compito dell’arte dell’anima.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tutto ciò che è mezzo di espressione come messaggio è giusto. Tutto dipende dall’uso che se ne fa.

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