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22 Apr
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Intervista all'autore - Felice Giuseppe Pensabene -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Torino, dove ho vissuto fino ai primi anni '60, poi per ragioni di lavoro la mia famiglia si è trasferita nel Lazio, dapprima per qualche mese nel piccolo paese di Pastena, successivamente a Cassino, dove risiedo tuttora dove ho formato la mia famiglia.
Qui ho continuato e terminato gli studi per poi trasferirmi a Roma all'Università "La Sapienza" e conseguire la laurea in Giurisprudenza.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il tempo che dedico alla scrittura non è definito, è molto vario, ma posso dire che rappresenta un'occupazione non strettamente legata al lavoro di scrittore, bensì a quella di giornalista, attività che svolgo a tempo pieno e professionale. forse in parte anche legata alla scrittura.
La scrittura di romanzi come quelli pubblicati con la BookSprint Edizioni è più di natura saltuaria e diletto. Mi piace scrivere e non ho un momento preciso per svolgere questa 'passione.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un Autore preferito, almeno fra quelli contemporanei, del resto la scelta è molto ampia nel panorama letterario. Mi piace leggere di tutto, dalla semplice narrativa ai testi più specifici che trattino argomenti di attualità politica o geopolitica. Fra tutti gli autori Moravia è quello che più prediligo.
 
Perché è nata la sua opera?
Il volume Il treno del sole, nasce da una vicenda personale di mio padre che come il protagonista del romanzo è partito da un paesino del sud Italia per completare gli studi al Politecnico di Torino. Una sorta di omaggio a quelli nati prima del
II Conflitto Mondiale ed in particolare a mio padre che mi ha ispirato la storia.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale e la formazione, non solo quella letteraria, ha influito molto, ma anche una propensione naturale alla scrittura cresciuta e sviluppata con un ventennio di professione giornalistica.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La scrittura è entrambe le cose. Scrivere una storia o articolo giornalistico, mi aiuta a ritrovare un momento di serenità, di piacere, ma soprattutto di poter raccontare un fatto, un episodio di vita, come nel caso della scrittura di un romanzo. ma anche un fatto di cronaca, politico, di costume e valutarne l'impatto sociale, la possibilità di farlo conoscere, con linguaggio semplice, a tutti. Non amo gli scrittori che usano un linguaggio troppo complicato e comprensibile, soprattutto se nella descrizione ci si rivolge ad una platea diversificata. Mi piace che il lettore, di un pezzo giornalistico o di un romanzo, possa sentirsi immerso nella descrizione, nel contesto in cui si svolge la vicenda, nel racconto e nelle sensazioni dell'Autore. Questo concetto è la fonte ispiratrice di tutti gli articoli giornalistici che scrivo quotidianamente.
Il principio fondamentale che ispira i miei scritti è che la cultura è di e per tutti, qualunque sia la sua formazione culturale di chi riceve il racconto.
Se volessimo usare uno slogan di qualche decennio passato: la cultura deve essere di massa, o meglio, per le masse. Il '68 a qualcosa sarà pur servito, ma soprattutto l'alfabetizzazione per tutti è stato un importante fattore e conquista proprio negli anni in cui si sviluppano le vicende narrate ne "Il treno del sole".
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di me c'è l'ispirazione nella storia, tutti i principi che ispirano il modo di scrivere, le convinzioni sociali, certamente esaminate con gli occhi di un fanciullo che le ha vissute nel corso degli anni, l'attaccamento alla città di nascita che ho rivisto dopo molti anni quando ero già giovane e adulto. Una città che da subito, quando ci sono tornato, mi ha dato la sensazione di non aver mai lasciato orientandomi in essa senza problemi, stupendo chi in quelle visite mi accompagnava, mia moglie e i miei figli ed i parenti che ancora vivevano lì.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, mia moglie sicuramente e alcuni amici che conoscevano questo mio progetto e che mi hanno stimolato a non mollare. Un omaggio a quella città che mi ha dato i natali, ma che ho sempre portato dentro di me, sempre in modo discreto, quasi come un amore solo mio e poi apprezzato anche dalla mia compagna di vita.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La stesura è avvenuta in buona parte da solo, con periodi di stop, in parte dovuti al lavoro e alle vicende famigliari, ma con un obiettivo ben preciso: quello di portarlo a compimento. Non nego di aver temuto di non riuscire a completarlo, ma poi la caparbietà (un po' piemontese, forse!) ma anche calabrese mi ha aiutato molto ad andare avanti. Molto spesso riuscire a conciliare i momenti convulsi, frenetici della professione giornalistica e in genere della vita quotidiana, con la scrittura è stato difficile. Concentrarmi sul progetto e potermi estraniare da tutto questi problemi e ad andare avanti a completare il mio lavoro non sempre è stato facile. Un unico rammarico non aver potuto donare a mio padre la gioia di legge il primo lavoro "Una vita improvvisa" e quest'ultimo "Il treno del sole" che con lui ho preso diverse volte. Lo considero comunque un tributo alla sua memoria e al piacere di avere vissuto quegli anni con lui in quella città.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
La scrittura è indubbiamente, e lo sarà sempre di più negli anni, si avvarrà della tecnologia, ebook, audiolibro, ma nessuna tecnologia potrà sostituirsi al piacere di sfogliare un libro cartaceo, sentire il profumo della carta, anche se ingiallita o con l'odore acre della polvere contenuta in un libro cartaceo su uno scaffale di una libreria, di una biblioteca. Il piacere anche solo di sfogliarlo prima di iniziare a leggerlo, curiosare fra le righe delle pagine per scoprire i tratti dell'Autore.
Il libro cartaceo darà al lettore sempre questo piacere e questa possibilità di fantasia.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come ho già detto l'audiolibro aiuterà i lettori di domani, ma rilassarsi con un libro o un giornale. quelli le cui pagine puzzano (direbbero i più sofisticati amanti della tecnologia!) di petrolio potranno sostituire le emozioni del cartaceo.

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