Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato il 30 giugno del 2000 a Cuneo, in Piemonte e ho trascorso tutta la vita nella mia città natale, scoprendone, anno dopo anno, bellezze ed unicità.
Cuneo è casa mia, la città in cui ho imparato i primi passi nella scuola, nello sport e nella vita sociale. Il quartiere San Paolo ha reso tutto ciò ancora più centrale, essendo la zona in cui abito dalla nascita. Le radici della mia infanzia sono legate in ogni parco e in ogni strada sia del mio quartiere sia della mia città. Ogni posto, sia sull’altopiano, centro storico e parte nuova, sia nelle frazioni al di là dei due fiumi (Stura e Gesso), ha un suo ricordo della mia vita che riservo in me: da amicizie a partite di calcio nei vari campi della zona, ogni luogo ha un colore unico per me e tutti formano quel bellissimo dipinto che, da ventidue anni a questa parte, chiamo casa.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente BELLA ITALIA di Marco Ristorto. Scherzi a parte, consigliare un libro ho sempre ritenuto fosse un’attività molto difficile perché deve essere, prima di ogni cosa, chiaro e preciso il genere letterario prediletto di chi dovrà leggere il libro in questione. Inoltre, la scelta è difficile perché il mondo stesso dei libri è talmente vasto che, anche individuato il genere preferito, la scelta tra i libri che lo compongono è altrettanto complicata. Personalmente, ritengo però che un consiglio sia necessario: non porsi limiti. Non vi devono essere limiti di ogni genere nella lettura: né di religione, né di colore politico o ideologico. La lettura è cultura e questa presuppone l’universalità degli scritti. Se così non fosse, non sarebbe sapienza vera ma, per conseguenza, conoscenza debole e limitata. Tutto ciò, ad esempio, l’ho sempre messo in partica io nei libri che ho letto, prevalentemente di genere politico – giuridico/economico – psicologico – storico/filosofico.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Siamo in un’epoca di grandi cambiamenti e innovazioni tecnologiche. Personalmente ritengo che i mutamenti non debbano essere bloccati. D’altro canto, ritengo che abbandonare del tutto le tradizioni che ci ricordano da dove siamo partiti, con tutte le emozioni del caso, sia altrettanto sbagliato perché sarebbe una mancanza di rispetto verso ciò che ci ha permesso di raggiungere il presente che viviamo oggi. Nel caso di specie, ritengo possa valere la stessa cosa: è indubbio che il libro cartaceo sia più affascinante e che dia un gusto maggiore durante la lettura rispetto che su uno schermo, ma sarebbe sbagliato non rilevare gli innumerevoli vantaggi dell’ebook, tra cui la non pesantezza del libro stesso e la maggior sostenibilità a livello di consumo di carta.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Come ogni amore vero, ricco di emozioni e sentimenti, è un colpo di fulmine. Come alla vista di una persona, nella quale ci si perde guardandola negli occhi o ascoltandone le parole emesse dalla bocca, così vale anche per un libro. Una volta attratti dalla copertina e dal titolo, e letta la breve trama, ecco che scatta quella stessa sensazione di interesse e piacere che ci porta a leggerlo. Tuttavia, come in una relazione così anche nella lettura, è necessario che questa venga mantenuta viva e forte, dandone il giusto rispetto e il necessario tempo quotidiano affinché possa crescere e possa raggiungere livelli elevati. Che si parli di amore o che si parli di lettura, talvolta la differenza è lieve poiché entrambe, se vere, riescono a raggiungere il cuore di ognuno.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Come espresso anche all’interno del libro, se devo renderlo con altre parole, è stata una forza che si è sprigionata dentro di me a partire dalla primavera del 2020. Come una brace che, ad un tratto, è esplosa, divampata in ardore e senso di responsabilità verso la mia nazione e verso il mio popolo. Ciò che mi ha portato a scrivere questo libro è stato il primo gesto di rispetto nei confronti di questo, come a rendere subito chiara e precisa la mia volontà di impegnarmi affinché migliori l’umore e la visione che si ha dell’Italia e delle proprie Istituzioni. Di più non posso dire… non vorrei rovinare la sorpresa della lettura.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio che vorrei inviare ad ogni persona che vorrà leggere questo mio libro è di non arrendersi: non arrendersi ai qualunquismi, ai pregiudizi, alla sfiducia, al senso di abbandono. Vorrei ridare luce e splendore agli animi dei miei lettori, perché possano ritrovare una loro virtù e far sì che possano coltivarla fino a renderla realtà; che possano aiutarsi reciprocamente, senza invidie e rancori alcuni. Vorrei ridare senso di purezza e di appartenenza a coloro che leggeranno questo mio scritto perché possano tornare a guardare con occhi vivi e trasparenti la vita che ci circonda. Tra mille difficoltà e fattori negativi, vorrei riuscire a mettere in luce anche solo un aspetto positivo, per partire da lì, anzi per ripartire da lì.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Scrivere e trasmettere i miei pensieri, in verità, è sempre stata una propensione che, a tratti nella più giovane età e più costantemente oggi, mi ha sempre interessato. Passando da racconti di un bambino, totalmente inventati che riguardavano supereroi, sono giunto a mettere a frutto un’opera che richiama anche i miei studi, le mie passioni e il mio futuro. Diciamo che probabilmente è sempre stata una mia predisposizione che ora, giunta a maturazione, si è palesata al mondo.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
In realtà riguardo alla nascita del libro non rammento alcun momento spiccatamente piacevole, poiché ritengo che non ve ne siano stati di così particolari ed eclatanti da essere ricordati. Tuttavia, soprattutto durante la stesura di alcuni capitoli del libro, ho avuto la possibilità di tuffarmi in alcuni ricordi del mio passato di quando ero bambino o ragazzino. Ho potuto rivedere, seppur attraverso memorie, istanti di vita trascorsi con alcuni miei nonni che ora non ci sono più e momenti che, seppur dolorosi sul momento, hanno forgiato il carattere e il ragazzo che sono oggi. Questi, a livello unicamente personale, al di là dell’oggetto centrale del libro in sé, credo siano stati dei bei momenti che ho rivissuto e che non dimenticherò mai.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Posso affermare con solida certezza che non ho mai dubitato di non portare a termine la stesura del mio libro, nonostante i tanti impegni sia di natura personale sia di natura universitaria. I motivi sono sostanzialmente due: un senso di responsabilità e di dovere, in primis, nei miei confronti e nei confronti di coloro che leggeranno questo libro. Riguardo a me, avendoci dedicato grande tempo ed elevati sforzi ed energie, sarebbe stato uno spreco di queste e di pensieri abbandonare il tutto. Nonostante la paura e la curiosità della prima esperienza da scrittore, ho sempre ritenuto che fosse doveroso, una volta intrapreso questo impegno, onorarlo fino alla fine. Tutto ciò vale anche per coloro che lo leggeranno. Il senso di rispetto non è unicamente indirizzato verso la mia persona, ma anche a tutti i miei lettori. Ritengo che, essendo un’opera pubblica, dovesse essere preparata con accuratezza e precisione, ma anche con grande passione e determinazione. Credo che se vi è serietà anche nelle piccole cose allora possa esserci per tutto, e questo ne è una prova.
Il suo autore del passato preferito?
So che può risultare insolito, vista la mia ancora giovane età, ma, seguendo anche i corsi di studio accademici in Giurisprudenza, mi sono da discreto tempo avvicinato a certi scritti giuridici di Piero Calamandrei, di Sabino Cassese e di Gustavo Zagrebelsky. Per le loro doti da scrittori giuridici, trattanti gli infiniti temi del diritto, sono sempre rimasto molto affascinato dallo stile, diverso in ognuno dei tre soggetti illustri della materia giuridica, ma unici e distintivi.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tutti noi, fin da piccoli, abbiamo sempre amato le storie che ci venivano raccontate, o per farci addormentare o per dilettarci. Credo che l’audiolibro sia una cosa molto simile: il farsi cullare da parole avvolgenti penso che possa rendere la lettura, in certi casi, anche più facile e piacevole, non dovendo sforzare lo sguardo ma lascandosi unicamente abbandonare ad occhi chiusi nell’immaginario della storia oggetto del racconto. Tuttavia, come espresso in precedenza per il confronto tra libro cartaceo ed ebook, credo che la lettura tradizionale non sia assolutamente da sostituire da tale modalità ma che, invece, debbano essere garantite entrambe, lasciando la migliore e libera scelta al lettore in modo che l’oggetto del libro sia di più facile comprensione e recepimento.