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04 Ott
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Intervista all'autore - Matteo Piovan -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Allora sono nato a Mondovì, che è una piccola cittadina nella provincia di Cuneo in Piemonte.
Sono cresciuto lì dove vivo tutt'oggi, è piccolina con tutti e difetti di una città di provincia, però è geograficamente meravigliosa, viste spettacolari, borghi medievali, ad un passo dalla natura pienamente, e ad un'ora sia dal mare che da Torino.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Personalmente per avvicinare i ragazzi alla lettura penso che il libro che consiglieri è "Il Giovane Holden" un classico romanzo di formazione, che tocca gli animi e le insicurezze dei ragazzi.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
A me personalmente dispiace, sono un fan del cartaceo, però la tecnologia va avanti, e permette anche di abbassare i costi e rendere la lettura più accessibile? quindi ben venga, ci svilupperemo anche noi.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Penso che dipenda da persona a persona, per me è stato un colpo di fulmine, ancora ora mi emoziono con un libro nuovo in mano, ma penso che si possa anche avvicinarsi con leggerezza e persino essere educati alla lettura, un matrimonio forzato insomma, forse l'unico che però, avrebbe benefici.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Non ho avuto una vera e propria spinta, semplicemente ho deciso di raccogliere alcune delle poesie che avevo scritto e ho cercato di pubblicarle.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Nulla di preciso, preferisco che il lettore lo trovi da se nel libro, e mi piace pensare che per ognuno sia diverso, più adatto al proprio vissuto emotivo e alla propria chiave di lettura, quello è ciò che amo quando leggo un libro, non è sempre il lettore che legge il libro, ma è il libro che legge il lettore.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Per me era un sogno sin da piccolo, mi ricordo quando ho letto il mio primo Harry Potter, ho visto la capacità della Rowling di creare un universo intero solo tramite le sue parole, quello avrei voluto fosse stato il mio lavoro.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Un vero e proprio episodio no, posso dire che buona parte l'ho trascritto a computer quando ero in quarantena perché avevo il covid, diciamo che ho trovato del buono anche in quello.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sinceramente no, appunto essendo un libro di poesie, di cui la maggior parte scritte in passato, alla fine si trattava solo di raccoglierne alcune e portarle a computer.
 
Il suo autore del passato preferito?
Probabilmente Kerouac, adoro come descrive le relazioni umane, c'è qualcosa di davvero suggestivo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sinceramente un'idea curiosa, ma a me interesserebbe poco, mi distrarrei di continuo insomma, e sopratutto non mi piace l'idea che ci sia un terzo, quando si legge o si ha a che fare con un'opera, si è solo fra l'autore e il lettore, quindi a meno che non sia l'autore stesso a registrare, non mi interessa molto.

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