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27 Giu
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Intervista all'autore - Nara Bertini -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è come poter afferrare quegli attimi che sono fuggiti via senza che potessi farli miei, realizzo desideri che sono rimasti dentro di me e che non hanno trovato il modo per venir fuori.
Ogni volta che inizio a scrivere un libro sento le voci dei personaggi che chiacchierano nella mia testa: l'intonazione della loro voce, inflessioni dialettali, parole pronunciate sussurrando o grida disperate. Prendono vita come se fossero persone reali, riesco a visualizzare ogni loro più piccolo particolare, e mi piace averli intorno quando scrivo di loro.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Potrei mentire dicendo che è tutto frutto della mia fantasia ma non è così. Ho preso alcuni particolari appartenenti alle persone che amo e senza esitare gli ho sparsi qua e là, chissà, forse c'è anche qualcosa che parla di me nascosto fra le righe del mio libro. Chi mi conosce bene sono certa avrà notato che forse si, un pizzico di Nara c'è.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Cambiare le regole del gioco, non fermarsi al primo intoppo e credere fermamente che sia possibile senza mai mettere in dubbio le mie idee.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
A dire il vero mentre scrivevo di tanto in tanto saltavano fuori possibili titoli, mi fermavo un attimo e poi, no, nulla di fatto. Il titolo è venuto fuori per magia da una frase che ho scritto e che ripetendo ad alta voce mi ha fatta sorridere.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il Conte di Montecristo, il primo libro che ha letto mio padre e che ha fatto leggere anche a me.
 
Ebook o cartaceo?
Entrambi, a casa preferisco il cartaceo, in viaggio ebook.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Tutto è cominciato col primo look down, sono un'educatrice e come sappiamo bene scuole materne e nidi sono stati chiusi per un bel po'. Mi sono ritrovata a casa, praticamente da sola per tutto il giorno, mio marito usciva per lavoro alle 8:00 di mattina e tornava la sera. Videochiamavo la mia famiglia che viveva in un'altra città, passavo il tempo a curare il mio giardino, ma la mancanza della quotidianità mi stava lentamente appiattendo. Davanti allo schermo del computer una mattina invece che aprire la posta ho aperto una pagina di word e da quel momento la fantasia ha cominciato a prendere forma liberandomi da quella prigionia forzata.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Molto volentieri, ero davvero dal parrucchiere quando mi sono imbattuta nella frase che apre il libro, pochi secondi e nella mia testa aveva già cominciato a formarsi la storia che avrei voluto scrivere. Il mio parrucchiere mi disse che il merito era del massaggio cutaneo che mi aveva fatto e che come minimo dovevo nominarlo nel libro come ringraziamento, e così ho fatto.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È qualcosa di magico. Vedere le parole che hai scritto sul tuo pc diventare reali, ossia visibili a tutti, immaginare la copertina e scrivere una sinossi così succulenta da spingere il lettore a desiderare il mio libro sul suo comodino. una grande soddisfazione che mi rendo conto ogni volta mi fa brillare gli occhi.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia sorella. Sono cresciuta con lei al mio fianco e tutt'ora è parte integrante della mia vita.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piace ascoltare una bella voce che legge per me, è rilassante e se proprio non puoi fermarti a leggere è un’ottima soluzione per chi come me quando inizia un libro vuole sapere come andrà a finire prima di subito!

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