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17 Mag
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Intervista all'autore - Filippo Piazza -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io sono un informatico di 63 anni andato in pensione. Ho lavorato presso il centro elaborazione dati di una grande azienda dagli albori dell'Informatica.
Ho deciso di pubblicare il libro che avevo già in un cassetto, quando ho visto l'intervista del Papa fatta da Fabio Fazio. Il Papa diceva: “Non abbiate paura di dire quello che pensate”.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Essendo in pensione, ogni momento è quello buono.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Dan Brown
Il suo libro Inferno, sembra che abbia previsto la pandemia molto prima che accadesse.
 
Perché è nata la sua opera?
Per far capire alla gente e soprattutto ai giovani i pericoli che corriamo tutti i giorni con le nuove tecnologie e, soprattutto, per la mancanza di privacy che il futuro ci riserva
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto, perché per me l'informatica e le nuove tecnologie sono il pane quotidiano.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è un modo per raccontare la realtà.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Praticamente tutto quello che penso.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il potere dei ricchi e degli Illuminati, confraternita che domina il mondo e lo usa a suo piacimento.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Per me si, però c'è ancora qualcuno che piace sfogliare il libro e le biblioteche ne sono ancora piene.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un modo di ascoltare un libro. Ci sono molte persone che faticano a leggere anche per problemi di vista. Mi sembra una proposta valida

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