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31 Mar
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Intervista all'autore - Cleonice Bottarlini -

Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Credo quasi tutto. La vita è realtà e fantasia! Solo così si può creare la magia, la bellezza e l'armonia.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho iniziato a scrivere questo racconto perché desideravo realizzare una sorta di bussola per mio figlio e per tutti gli adolescenti. Durante la stesura mi sono resa conto che diveniva anche un punto nave per me e per tutti gli "adulti"...
Ho sognato, sondato, riorganizzato e nuovamente sognato.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo ha subito due cambiamenti. All'inizio, mentre scrivevo le prime pagine, lo avevo intitolato: Il Mondo Parallelo. Terminato il libro e dopo averlo riletto più e più volte, è nato: Guardai Oltre.
In questi giorni mi sto chiedendo se unire i due titoli.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Tolkien per sempre.
Amo la sua capacità di descrivere i dettagli e la sua sensibilità.
 
Ebook o cartaceo?
Cartaceo.
Ma so che i giovani adorano gli e-book e quindi sono aperta a ciò che accade.
Credo molto anche nell'audio libro...
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre amato scrivere appunti di vita, riflessioni, lodi.
Mi piace pensare che, attraverso uno scritto, le persone possano sognare, sanare delle ferite, arricchire le proprie emozioni, scoprire nuovi mondi, orientare i propri desideri, approfondire delle verità, conoscersi meglio.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come ho accennato sopra, l'idea è nata grazie a mio figlio e ai suoi amici. In quel periodo, era il 2016, non ancora quattordicenne, cominciava a farsi domande più profonde sulla vita e sul mondo. Avvertivo in lui e nei suoi amici una sofferenza e un desiderio di capire...
Cosi un pomeriggio, mentre lo aspettavo fuori dalla scuola e guardavo la nebbia salire dalla collina; mi sono sentita ispirata e ho iniziato a scrivere.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Le emozioni legate a questo libro sono state tante. Quando ho iniziato a rendermi conto che ciò che stavo scrivendo iniziava a prendere, veramente, vita; ho avuto un blocco. Come una sorta di paura, alla quale ho dato diversi nomi e grazie alla quale, ho potuto lavorare sull'autostima di me stessa; fino a superare ogni parte di me che voleva sabotare la realizzazione del romanzo.
Scrivere, rileggere, aggiustare, aggiungere, ricordare, proiettare, trasformare, diventa terapeutico nella riorganizzazione dei propri valori.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio figlio, naturalmente!
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Adoro l'idea dell'audio libro, perché la voce è uno strumento meraviglioso per trasportarti dentro e fuori di te e soprattutto perché dà la possibilità a chi non può o fa fatica a leggere di ascoltare e sognare.

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