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24 Mar
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Intervista all'autore - Rosalba Mio -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Sono una persona molto razionale ma dotata di una fervida immaginazione, dunque credo di aver sempre saputo che quando sarei stata pronta avrei messo nero su bianco le mie fantasie, raccontando luoghi mai visitati e descrivendo volti mai visti.
Fin da bambina ho sempre inventato storie, anche abbastanza complesse, intorno ai miei giochi, fantasticando anche sulla gente che incontravo per strada, immaginando le storie che ognuno di loro si portava alle spalle. Crescendo, prendevo appunti su tutto quello che mi circondava e ho cominciato ad appassionarmi all'astronomia, alla meteorologia o comunque a tutto quello che comprende il cielo. Ho lavorato nell'azienda di famiglia per molti anni, finché ho preso la decisione che era giunto il momento di dedicarmi alla mia famiglia a tempo pieno, così come alle mie passioni. Era arrivato il momento giusto per scrivere quello che con il tempo avevo solo immaginato, basandomi razionalmente su avvenimenti già accaduti in passato che mi hanno sempre affascinata.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In realtà sono sempre stata abbastanza libera per poter scrivere in qualunque momento della giornata, anche se le ore che precedono l'alba sono i momenti che trovo più congeniali per la mia concentrazione. Si, sono parecchio mattiniera.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ammiro profondamente la tecnica descrittiva di scrittura di Wilbur Smith, il "maestro incontrastato" del romanzo di avventura. Fin da bambina, ho adorato le descrizioni date agli sfondi di paesaggi africani, sua terra natale. È grazie alle sue descrizioni che è riuscito a farmi innamorare di questo meraviglioso continente che ho avuto la possibilità di visitare nel 2011.
 
Perché è nata la sua opera?
È nata dalla mia passione per l'astronomia congiunta alla mia fantasia. Ho combinato le due cose unendole alla curiosità rivolta verso il "prepping", ossia l'azione di alcuni gruppi di persone di prepararsi per un evento futuro che potrebbe compromettere il loro benessere, sia esso una crisi economica, un evento climatico estremo, un disastro naturale, una guerra nucleare etc.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho avuto la fortuna di attingere spesso, oltre ai libri scolastici, alla biblioteca del mio paese, grazie alla quale ho approfondito le mie conoscenze, colmando la mia curiosità su alcuni argomenti a me più congeniali, in un periodo in cui ancora non esisteva alcun accesso alla rete internet. I libri e soprattutto l'enciclopedia sono stati i miei migliori amici per diversi anni prima di essere parzialmente e gradualmente sostituiti dalla rete, che dona un rapido accesso alla conoscenza degli argomenti più disparati e nella quale, in base alle mie preferenze, i siti scientifici campeggiano su tutti gli altri.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Nel caso di questo mio primo romanzo "Tempesta Solare - I giorni del sole", sicuramente è una maniera per raccontare una realtà non così distante dal potersi verificare. Purtroppo la scienza insegna che la possibilità possa accadere un evento simile e più che tangibile, dunque ho immaginato obbiettivamente ciò che potrebbe realmente accadere, seppur la storia centrale di questo romanzo sia di pura fantasia.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo di aver donato una piccola parte del mio modo di essere ad ogni singolo personaggio di quest'opera. Nessuno di essi tuttavia rispecchia completamente le mie esperienze o le mie idee. Ho descritto con distacco e coerenza ognuno di essi, come se realmente descrivessi persone ben distinte ognuno con i propri pregi, i propri difetti e le proprie paure.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il mio più grande critico: mio figlio Davide. Ha supervisionato tutto il mio lavoro con severità, correggendone i molteplici errori ed elargendo critiche costruttive atte a migliorare il mio lavoro. Anche mio marito Roberto e l'altro mio figlio Luca mi hanno dato tutto il supporto di cui ho avuto bisogno durante la stesura del mio romanzo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Oltre a mio figlio Davide, ad una mia cara amica, Rossella, appassionata lettrice. Entrambi hanno dato una valida valutazione al mio romanzo.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sotto questo punto di vista mi reputo piuttosto tradizionalista. Sono cresciuta sfogliando e sottolineando le pagine cartacee dei libri, cosa diversa da fare con una versione elettronica. Nonostante i tempi cambino e per quanto le nuove generazioni si adeguino velocemente alle innovazioni elettroniche, preferisco restare tra quella schiera di lettori che amano sfogliare le pagine cartacee di un libro tradizionale avvertendo quel profumo di carta stampata che ci ha coccolati durante le nostre letture.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche questa è una bella innovazione, in un'epoca in cui la gente è diventata multitasking e preferisce ascoltare mentre magari si occupa di fare dell'altro. Finché la mia vista me lo consentirà (spero per molto ancora), escludo personalmente l'utilizzo di un audiolibro.

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