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21 Feb
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Intervista all'autore - Enrico Graziano -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in un paesino dell'Irpinia (Quindici) e mi sono trasferito all'età di poco più di sei anni con la famiglia a Napoli, dove ho studiato fino al conseguimento della laurea in economia e commercio all'età di 22 anni.Dopo aver insegnato per due anni in una scuola media (matematica ed osservazioni scientifiche) sono stato assunto nello Stato, quale funzionario direttivo, vincitore di concorso. Dopo tre anni di attività di studio e di ricerca in un gruppo appositamente istituito presso la Ragioneria generale dello Stato, con lo scioglimento del gruppo e la chiusura del centro elettronico dell’Ufficio citato, sono passato a svolgere attività di controllo nella quale mi sono reso conto ben presto conto della scarsa conoscenza dei cittadini del funzionamento amministrativo-giurisdizionale dello Stato e della inadeguata professionalizzazione degli impiegati pubblici. Ho deciso, perciò, di scrivere per informare.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento particolare, dipende dall'organizzazione che mi do di volta in volta, sulle cose da fare, comunque preferisco la mattinata.

Il suo autore contemporaneo preferito?
Preferisco leggere libri di fisica quantistica e di storia, quindi non ho un autore, in particolare, da menzionare.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata nel constatare, second0 la mia cultura, una visione distorta che l'informazione corrente offre sui meccanismi di funzionamento dello Stato e sulle responsabilità conseguenti.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, specialmente per la ricerca personale di risposte alle difformità ed alle discrasie che ristagnavano (e ristagnano) nel sistema pubblico.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo per raccontare quella che credo la realtà.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non so giudicare quanto; ho solo cercato di raccontare, possibilmente in termini documentali, la mia storia di dipendente pubblico.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
I cittadini, ma soprattutto coloro che beneficiano, molto scarsamente, dei servizi pubblici.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho tentato di farlo conoscere attraverso il mio blog, su Facebook e Twitter, come "soggetto pubblico".
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so, preferisco leggere su carta stampata.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non è per me una via preferenziale di conoscenza.

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Lunedì, 21 Febbraio 2022 | di @BookSprint Edizioni