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13 Dic
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Intervista all'autore - Eleonora Marangi -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È un dialogo con me stessa, un raccontarmi attraverso le esperienze della vita
ed un confrontarmi con gli altri per potermi arricchire ed esplorare quella parte di me che non sempre riesce ad emergere.
Le emozioni che provo sono molteplici. Per prima gioia, poi fiducia e maggior
stima di me stessa e degli altri.

 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Moltissimo! Tutte le poesie sono ispirate da fatti reali. Infatti ho suddiviso
la raccolta per temi, per fasi della mia vita, come ad esempio le poesie dedicate
a mio figlio bambino, il mio rapporto con i colleghi in ambito lavorativo, i miei
affetti più grandi e la crescita interiore che mi ha reso una persona più felice.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivo poesie da quando ero bambina.
Il desiderio di pubblicarle si è fatto strada a poco a poco.
Non mi bastava più scriverle per me o per i pochi uditori amici. Volevo sempre
maggiori riscontri e così è stato, attraverso i social o la messaggistica.
Infine, senza che me ne rendessi conto, la raccolta ha preso forma.
Passo finale... la pubblicazione.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è venuto di getto. Non ho dovuto pensarci un attimo.
Era lì da sempre, il tempo, l'attesa lo hanno reso solo più reale:
"Pensieri Incontenibili", si spiega da sé....
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente porterei " Un prato in pendio" di Pierluigi Cappello.
È un poeta che stimo tantissimo come persona e come artista.
Il perché è la grandezza della sua poesia, parole e immagini che fanno
vibrare l'animo e lo coinvolgono a tal punto da farci sentire vicini a lui, ai
suoi luoghi, ai suoi personaggi.
La scelta della parola è così profonda che si riesce a respirare con i suoi stessi
polmoni e a vedere con i suoi stessi occhi e le sue stesse emozioni.
 
Ebook o cartaceo?
Avrei detto "cartaceo", al 100% “cartaceo“ perché ho sempre amato il rapporto con la pagina stampata, la sensazione che dà il poter girare la pagina avendo conquistato un foglio in più, il visibile progredire alla scoperta del contenuto.
Solo recentemente mi sono aperta al l'ebook, l'ho trovato pratico, per una che come me è da lettura compulsiva è l'ideale per non restare mai priva della pagina scritta. Sull'ebook reader scarico più romanzi, altri testi come saggi poesie o altro che richieda riflessione preferisco il cartaceo perché posso fare delle note a lato o sottolineare delle parti che intendo rivedere.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
In cuor mio sono sempre stata una poetessa. È la principale forma di scrittura a cui mi sono dedicata fin da giovanissima. Se per carriera si intende dal giorno che si è iniziato a scrivere, allora potrei dire "da una vita". Se invece si intende da quando ho reso pubblicamente visibile la mia poesia, solo dal 2015 partecipando a due raccolte collettive. Tutto è iniziato per mettermi alla prova,
per misurarmi con altri autori esordienti, con la leggerezza e l'entusiasmo del principiante.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce dai continui stimoli a pubblicare qualcosa di mio, dalle tante aspettative di coloro che hanno creduto in me sin da subito.
Potrei raccontarvi di quando scrissi una breve poesia sull'autunno e mio padre l'apprezzò così tanto che piegò il foglietto e lo conservò nel suo portafoglio.
Quando morì ritrovai la mia prima poesia nella tasca interna del suo portafoglio. L'aveva portata con sé tutta la vita. La poesia che ricorda il fatto si intitola "Foglie di memoria".
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È stata un'esperienza bellissima.
È un lavoro di équipe come in ambito sanitario.
L'organizzazione dell'interno del libro, la dedica iniziale, l'ordine delle poesie.
E poi le copertine studiate insieme all'autore, con foto e disegni, una breve biografia e la sinossi. Tutto armonicamente elaborato grazie alla continua interazione fra le parti.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho fatto leggere solo delle parti, non l'opera completa.
Credo che gran parte comunque io l'abbia condivisa in famiglia, con il mio compagno di vita e con mio figlio che oggi ha 23 anni.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che sia un modo per raggiungere quelle persone che non amano leggere o che non hanno abbastanza tempo per farlo.
Ad esempio chi viaggia in automobile, anche per brevi tragitti.
Mi piacciono per due motivi: uno perché mi permettono di riposare la vista, due perché posso visualizzare più velocemente la scena in cui si svolge la trama. Mi sembra di tornare bambina quando mi si leggeva una favola o un racconto. È una coccola rassicurante.
 

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