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23 Nov
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Intervista all'autore - Bruno Mereu

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho voluto nei miei 4 libri scrivere le vicende di una vita trascorsa lavorando e prendendo atto di tutti i drammi e le difficolta umane che ogni essere umano ha incontrato.
Da antico viandante di questo tempo ho voluto trasmettere a tutti i giovani le esperienze positive e negative invitando ad essere protagonisti del loro tempo ed essere sempre d'aiuto a chi si trova in difficoltà, aiutandoli a superarle.

 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
I primi due libri li ho scritti nel tempo libero dagli impegni lavorativi mentre il secondo ed il terzo li ho scritti in parte durante la mia vita lavorativa ed il tempo libero.
Durante il lavoro da dirigente e come insegnante nelle scuole di formazione era e faceva parte del mio lavoro.
Da pensionato, dopo 63 anni di lavoro in Italia e all'estero e di studio, avevo a disposizione molto tempo libero e, quindi, parte della mattina e del pomeriggio.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
I miei autori sono stati tutti coloro che ho citato nel mio secondo libro: “Lettera ad una Giustizia terrena mai nata" e sono stati Eminenti studiosi, filosofi che si sono alternati nelle varie epoche: Socrate, Platone Aristotele, Kant, S. Agostino, Marx, Engels, Nietzsche, Locke, Marcuse, Gadames, Karkadè, Jasper, Jean Jacques Rousseau in particolare quest’ultimo.
 
Perché è nata la sua opera?
È stata spontanea e istintiva.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto, basta leggere i ruoli che ho svolto nella mia vita lavorativa, in tutti campi
socio sanitari e nel Sindacato.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Assolutamente no, perché è dalla realtà che ho vissuto è nata in me la necessità di non essere uno spettatore passivo della mia esistenza e, quindi di aiutare ai miei figli e nipoti e soprattutto ai giovani un aiuto a crescere eliminando le storture e gli atteggiamenti nefasti ed essere un valore aggiunto della società. Esteso a tutti coloro che sbarcano e fuggono dalle guerre e a diventare anche loro un valore aggiunto rispettando la cultura, la religione e il rispetto delle persone e delle nazioni che li accolgono e ad essere anche loro un valore aggiunto, eliminando la violenza e, quindi, solidali con i più deboli.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Le mie esperienze, la mia vita e la realtà che ho vissuto sono contenute in ogni mio libro.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno, sono stato sempre un attento osservatore del mio tempo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A tutti coloro che sono stati i miei compagni di viaggio in questa intensa realtà, molti li ho acquistati io stesso per diffonderli.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io amato e amo i vecchi libri cartacei di una volta perché il libro è un amico, sempre disponibile. Io ne ho avuti e comprati, tanti. Conservo libri di ogni tempo e sto cercando di portare i miei nipoti e figli ad amarli e conservarli tutti i libri perché la tecnologia dovrebbe servire a farne sempre migliori e maggiormente documentati, ma no a sostituirli.
La Pandemia è stata sopportata da molti perché il libro è stato per molti di loro un ritorno alle origini ed un mezzo di conforto e di evasione.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è un mezzo freddo solo la musica riesce a confortare gli esseri umani, perché basta chiudere gli occhi, bearsi e sognare.
Il libro cartaceo lo leggi e lo rileggi ed è sempre lì come un fedele amico, l'audio libro non ti trasmette quel calore che ha il libro che tocchi e accarezzi.

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