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01 Giu
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Intervista all'autore - Michelle Milani

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono una 50enne che vive al pieno la vita di tutti i giorni in quest'anno particolare per tutti.
Mi occupo di bambini piccolissimi, bambini di nido, da circa 30 anni, lavoro infatti in un asilo nido del Comune di Milano e mi dedico a loro e alla loro crescita con entusiasmo. Lavoro con colleghe che stimo tantissimo e che negli anni sono diventate anche amiche e cerchiamo insieme di tornare alla normalità della vita covid permettendo.
Vivo con il mio compagno in una piccola e accogliente abitazione in Brianza e appena posso trascorro del tempo con i miei genitori, a volte con i suoi genitori e con i nostri figli, uno mio e due suoi che non vivono con noi. Lavoro e possibilità permettendo ogni tanto ci concediamo dei viaggetti per rilassarci e per conoscere nuove città e nuovi paesaggi. Vengo da una formazione classica, il vecchio istituto magistrale, in mente sempre l'idea di occuparmi di bambini ed anche una formazione universitaria inerente alla pedagogica. Mi è sempre piaciuto scrivere e ancor di più leggere, sin da bambina leggevo di tutto e anche oggi appena posso mi dedico alla lettura. Durante il periodo di lockdown della scorsa primavera mi sono trovata in casa, come tutti, senza possibilità di uscire e oltre al tempo dedicato al lavoro da remoto ed alle prove in cucina come tutta Italia, ho pensato di sfruttare il mio tempo e mettere mano al mio sogno di scrivere, di buttare giù riga per riga la mia storia, i miei pensieri.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In quel periodo dedicavo alcune ore al mattino ed alcune ore al pomeriggio alla scrittura. Attualmente, con la ripresa del lavoro e delle varie attività di tutti i giorni scrivo quando sento di voler conservare dei pensieri o durante la serata o durante il pomeriggio. Scrivo appunti sul pc o anche sul telefono, quando devo ricordare un avvenimento particolare o quando sono qualche giorno in vacanza.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Da un po' di tempo ho scoperto un autore di origine lombarda, Andra Vitali. I suoi romanzi mi rilassano molto e mi riportano in luoghi vicini e raggiungibili, luoghi che si possono visualizzare e contestualizzare, anche se ambientati nel primo dopoguerra. Mi piace molto la scrittura anche di Maurizio De Giovanni, i suoi gialli ambientati nella città di Napoli che adoro e leggo volentieri anche Camilleri, apprezzando la sua scrittura in siciliano, che mi porta a leggere e pensare nella sua lingua e nelle sue storie sempre affascinanti.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata principalmente per tenere memoria di tutti i fatti e gli accadimenti della mia vita, soprattutto degli ultimi 5 anni. Il fatto di scrivere mi ha aiutato a ripercorrere ogni evento e pensare a come la vita può intraprendere percorsi diversi a seconda delle scelte di ognuno di noi. Scrivendo ho pensato che potesse essere utile anche ad altre persone, donne e uomini, capire che si possono fare scelte difficili, quasi sempre scomode, ma che ti portano a vivere la vita con serenità e armonia, usando una buona dose di coraggio e forza di volontà.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Come dicevo sin da piccola ho sempre sentito il bisogno di leggere qualsiasi cosa, dai giornalini alle riviste, dai libri di scuola ai cataloghi ai libri di studio a quelli di narrativa. Frequentando scuole superiori, università e corsi di lavoro la cultura dei libri è sempre stata una presenza costante nella mia vita. I libri li compro, li raccolgo, li rivendo, li leggo in biblioteca, li trovo sui mercatini, sono parte integrante della mia vita.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è un modo di raccontare la realtà, di raccontare dei fatti, degli episodi, che possono essere reali o romanzato, ma che sono parte della vita vera, vissuta conosciuta e condivisa.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto, direi tutto. Ho scritto la biografia degli ultimi 5 anni della mia vita, ma durante la scrittura ho scritto anche di riferimenti alla mia vita trascorsa, alla mia gioventù ed alla mia infanzia.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il mio compagno mi ha spronato a scrivere. Quello che era solo un pensiero, un ricordare frequentemente insieme la nostra storia doveva essere messo per iscritto, doveva rimanere ed essere parte della nostra vita sempre, negli anni; per noi e per chi lo vorrà leggere.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Per il momento solo il mio compagno ha cominciato a leggere qualche capitolo, ci vorrà un pochino di tempo e di concentrazione.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non lo so, non ne sarei sicura. Io sono attratta dalla carta stampata, sono attratta dal profumo delle pagine di un libro e dal rumore delle pagine che girano. Per come va l'economia capisco bene che è l'ebook avrà un futuro brillante ma il piacere di recarsi in una libreria è per me impagabile.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che potrebbe essere un'ottima risorsa per i non vedenti e per le persone con difficoltà, anche per i più piccoli, nonché un nuovo canale di vendita.
 


 

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Martedì, 01 Giugno 2021 | di @BookSprint Edizioni