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28 Mag
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Intervista all'autore - Nuccio Barbone

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho sempre amato scrivere, raccontare storie, trasmettere sensazioni, ma la vocazione alla scrittura l'ho realizzata al termine della mia attività professionale, come dirigente bancario, collaborando con quotidiani e settimanali cittadini occupandomi prevalentemente di economia e cronaca e questa esperienza mi ha invogliato a proseguire abbandonando la cronaca per impegnarmi nell'inventare storie.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento dedicato alla scrittura è prevalentemente la sera ma spesso, durante la giornata, sono solito appuntare pensieri, situazioni o dialoghi che la sera elaboro e perfeziono.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Sono molti gli autori contemporanei che attirano il mio interesse. In età giovanile Amavo Wilbur Smith, Ken Follett, Umberto Eco, in seguito ho apprezzato Baricco, Carofiglio Dacia Maraini, Terzani, Dan Brown.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Si resta sempre legati alle proprie origini anche quando ci si allontana per tanto tempo e questo affetto, legato a ricordi adolescenziali, mi hanno suggerito alcuni passaggi del racconto, tra tutti la mostra fotografica sull'olocausto e una successiva gita scolastica sul luogo dove si era consumata parte di questa tragedia.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Le mie opere non fanno riferimento a precisi contesti sociali ma all'idea che in quel momento la mia fantasia elabora; racconti che possono spaziare nel tempo, in contesti diversi, in situazioni particolari e, spesso, avvalendomi di ricordi per coprire un arco temporale più vasto.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è liberare la fantasia, plasmare la realtà secondo la propria volontà coinvolgendo il lettore.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è molto della mia infanzia, credo che nei racconti di fantasia ci sia sempre qualcosa di privato dell'autore, a volte in maniera superficiale altre in maniera profonda. In un racconto autobiografico parto sempre da una base reale che si modifica nel corso della stesura per renderla più accessibile al lettore, così come nei racconti di fantasia, con situazioni, e personaggi inventati, situazioni o dialoghi sono l'essenza dell'autore, del suo vissuto o del suo carattere.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Più che qualcuno qualcosa: la gioia dei ricordi.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie, la mia più severa critica.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
In un mondo in continua e rapida evoluzione l'ebook è la risposta a tanti impedimenti e penso che, a parte pochi nostalgici lettori abituati a sfogliare i volumi trascorrendo un po’ di tempo nelle librerie, la praticità della scelta in rete prenderà sempre più consensi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che non ci sia nulla di più personale del possedere un libro e poterlo riprendere anche a distanza di anni solo per rileggere qualche passaggio o un dialogo che ci ha colpito, per rivivere quelle emozioni provate o scoprire quei piccoli appunti o sottolineature fatte in prima lettura, ma non si può disconoscere l'utilità di un audio libro per quelle persone affette da difficoltà visive o semplicemente per stanchezza.
 
 

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