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01 Ott
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Intervista all'autore - Daniela Viglioli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Parma dove mi sono laureata e in cui ho vissuto per quarant'anni, ho diretto una scuola privata occupandomi prevalentemente dell'organizzazione della didattica e dei rapporti con le scuole di stato. Mi sono trasferita a Brescia e attualmente vivo a Ferrara dove sono volontaria presso l'APS il Mantello. Faccio parte del direttivo, mi occupo di accoglienza delle famiglie indigenti, dei bandi di accesso e degli eventi. Mi è sempre piaciuto scrivere ma inizialmente si trattava di argomenti autobiografici, poi ho pensato di iniziare a scrivere racconti basati sulla realtà che mi circonda. Questo libro è rimasto in un cassetto a lungo fino a quando non mi sono accorta che l'argomento era purtroppo costantemente attuale.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento particolare, potrei scrivere a qualsiasi ora (dipende dall'ispirazione) come potrei non scrivere per qualche giorno.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ci sono diversi autori che mi piacciono, ne cito solo un paio ad esempio: Margaret Atwood e Khaled Hosseini.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Come ho scritto nella presentazione del libro mi si è presentata un'occasione incontrando casualmente un uomo che ha condiviso con me la sua storia e che non volevo andasse persa. La sua esperienza ha stimolato la mia fantasia pur rimanendo sempre ancorata alla realtà del suo racconto. Una vita difficile ambientata in un preciso momento ma che possiamo ritrovare anche ai giorni nostri. Emarginazione, mancanza di resilienza, solitudine e anche possibilità di riscatto sono argomenti di cui sentiamo sempre parlare.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Uno scrittore, io credo, che a prescindere dal suo personale contesto non possa e non debba non sentirsi parte della situazione sociale che lo circonda.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un modo per raccontare la realtà filtrata dalla personalità dell'autore.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Relativamente alle mie personali esperienze non c'è nulla di me se non la sensibilità con cui ho cercato di affrontare gli argomenti che ho scritto.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certamente sì ed è la persona che ha deciso di fidarsi di me regalandomi parte di questa storia.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'ho fatto leggere alla mia migliore amica.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Potrebbe essere, anche se io non condivido perché l'atto di sfogliare le pagine e sentire l'odore della carta non ha eguali. È la stessa differenza che io trovo tra un vinile e un CD.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Idem come sopra.
 
 
 
 
 

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