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26 Ago
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Intervista all'autore - Teresa Buono

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Teresa Buono e sono un adolescente di 15 anni che cerca ogni giorno di amarsi e amare la vita. Vengo da Agira, una piccola città della Sicilia in provincia di Enna. Fin da piccola ho sempre avuto la passione per la scrittura, ho sempre amato mettere per iscritto le mie emozioni e sfogarmi. All'età di 13 anni mi è nata l'idea di pubblicare un libro, era un periodo in cui i primi difetti dell'adolescenza iniziavano a pesare e mi vedevo sbagliata fin quando ho capito che ognuno è perfetto così com'è, così in questo ultimo anno mi sono messa a scrivere tutto quello che per un adolescente sembra un enorme problema, lanciando il messaggio di godersi questa meravigliosa fase di vita e amandosi senza puntare sulla perfezione o sentirsi sbagliati in questo finto mondo.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento che dedico alla scrittura è la sera/notte fonda. Riesco a trovare la tranquillità e serenità di cui ho bisogno per cercare di trasmettere qualcosa di magico e puro.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Francesco Sole.
 
4. Perché è nata la sua opera?
L'adolescenza è un periodo strano e confusionario ma magnifico se si sa vivere. A volte ci si sente soli, brutti ed esclusi dal mondo intero e ho cercato di dire ciò che un adolescente ha bisogno di sapere o sentirsi dire. La mia opera è nata con il principale scopo di ricordare a tutti di vivere a pieno l'adolescenza senza avere rimpianti, di piacersi e accettarsi come sono, di ricordare a tutti che i soli e veri protagonisti, sceneggiatori e registi della vita sono solo ed esclusivamente loro, di fare ciò che amano senza appendersi al giudizio altrui, nessuno è sbagliato si è semplicemente unici e diversi in un mondo uguale.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Abbastanza da poter riuscire a tirar fuori quella che è la realtà.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Si arriva in un momento dove si deve iniziare ad affrontare la realtà e guardare ciò che c'è dietro il nostro immaginario mondo e credo anzi sono più che certa che l'unico modo per poter capire e raccontare la realtà sia scrivere.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Gran parte.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ciò che si è rivelato fondamentale per la mia stesura non è qualcuno ma qualcosa, ovvero la mia adolescenza, i miei sbagli e le mie vittorie che mi hanno fatto crescere e mi hanno portata dove sono oggi, facendomi capire ciò che vuole un adolescente.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia sorella.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia meravigliosa, riesce a lanciare ancor di più il messaggio o l'emozione che lo scrittore cerca di far arrivare al lettore e non c'è metodo più adatto se non quello di leggere un romanzo/poesie con un’espressione e una dizione perfetta, riesce a far entrare in maniera violenta e veloce parole ed emozioni provati.
 
 
 
 
 

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